Umberto Eco

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Re: Umberto Eco

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La presenza sminuisce la fama, mentre la lontananza l'accresce: le qualità perdono lucentezza se si toccano troppo, mentre la fantasia giunge più lontano della vista.

Umberto Eco
dal libro "L'isola del giorno prima"
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Re: Umberto Eco

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Ma poi mi rendo conto che il problema della Stupidità ha la stessa valenza metafisica del problema del Male, anzi di più: perché si può persino pensare (gnosticamente) che il male si annidi come possibilità rimossa del seno stesso della Divinità; ma la Divinità non può ospitare e concepire la Stupidità, e pertanto la sola presenza degli stupidi nel Cosmo potrebbe testimoniare della Morte di Dio.

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Re: Umberto Eco

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L'unica verità è imparare a liberarci
dalla passione insana per la verità.

dal libro "Il nome della rosa" di Umberto Eco
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Re: Umberto Eco

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L'ambiguità delle nostre lingue, la naturale imperfezione dei nostri idiomi, non rappresentano il morbo postbabelico dal quale l'umanità deve guarire, bensì la sola opportunità che Dio aveva dato ad Adamo, l'animale parlante. Capire i linguaggi umani, imperfetti e capaci nello stesso tempo di realizzare quella suprema imperfezione che chiamiamo poesia, rappresenta l'unica conclusione di ogni ricerca della perfezione.

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Re: Umberto Eco

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Cos'è la filosofia? Scusate il mio conservatorismo banale, ma non trovo ancora di meglio che la definizione che ne dà Aristotele nella Metafisica: è la risposta a un atto di meraviglia.

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Silesia
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Re: Umberto Eco

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CULTURA IN LUTTO, È MORTO UMBERTO ECO
Intellettuale di fama mondiale, aveva 84 anni
Scrittore, filosofo, semiologo, saggista. Era presidente della Scuola di studi umanistici a Bologna Dal Nyt a Le Monde, il saluto da tutto il mondo.
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Un “gigante”, una “perdita enorme”. Uno dei nomi “più venerati nel mondo”. Un intellettuale totale e trasversale, che ha trasformato la cultura in best-seller. La morte di Eco, scomparso ieri sera a 84 anni, rimbalza sulle prime pagine di tutti i giornali del mondo, dal New York Times a Le Monde. “Ci ha lasciato un gigante” dice Franceschini, “è una perdita enorme” aggiunge il presidente del Consiglio Renzi. Da Madrid il cordoglio il premier Rajoy, da Strasburgo quello del presidente dell’Europarlamento Schulz. La Nave di Teseo, la sua casa editrice: “Addio capitano”
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Re: Umberto Eco

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Umberto Eco, celebre scrittore e semiologo che è morto ieri notte a 84 anni, scrisse nel 1997 una spiritosa riflessione sull’attesa della morte in una delle sue rubriche settimanali sull’Espresso, intitolata “Come prepararsi serenamente alla morte” (poi pubblicata nella raccolta “A passo di gambero“): riflessione che è esemplare dell’acutezza di Eco nel riflettere sui tic umani e anche sui propri, e della sua bravura stilistica e logica nel tenersi in equilibrio – e tenere in equilibrio il lettore – tra ironia e parlare sul serio: in questo caso prendendo in giro la nostra inclinazione a voler pensare sempre che gli altri siano peggiori di noi, e insieme rivendicandola.

Recentemente un discepolo pensoso (tale Critone) mi ha chiesto: “Maestro, come si può bene appressarsi alla morte?” Ho risposto che l’unico modo di prepararsi alla morte è convincersi che tutti gli altri siano dei coglioni.
Allo stupore di Critone ho chiarito. “Vedi,” gli ho detto, “come puoi appressarti alla morte, anche se sei credente, se pensi che mentre tu muori giovani desiderabilissimidi di ambo i sessi danzano in discoteca divertendosi oltre misura, illuminati scienziati violano gli ultimi misteri del cosmo, politici incorruttibili stanno creando una società migliore, giornali e televisioni sono intesi solo a dare notizie rilevanti, imprenditori responsabili si preoccupano che i loro prodotti non degradino l’ambiente e si ingegnano a restaurare una natura fatta di ruscelli potabili, declivi boscosi, cieli tersi e sereni protetti da un provvido ozono, nuvole soffici che stillano di nuovo piogge dolcissime? Il pensiero che, mentre tutte queste cose meravigliose accadono, tu te ne vai, sarebbe insopportabile.
Ma cerca soltanto di pensare che, al momento in cui avverti che stai lasciando questa valle, tu abbia la certezza immarcescibile che il mondo (sei miliardi di esseri umani) sia pieno di coglioni, che coglioni siano quelli che stanno danzando in discoteca, coglioni gli scienziati che credono di aver risolto i misteri del cosmo, coglioni i politici che propongono la panacea per i nostri mali, coglioni coloro che riempiono pagine e pagine di insulsi pettegolezzi marginali, coglioni i produttori suicidi che distruggono il pianeta. Non saresti in quel momento felice, sollevato, soddisfatto di abbandonare questa valle di coglioni?”
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Re: Umberto Eco

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"Il nemico per essere riconoscibile e temibile deve essere in casa, o alla soglia di casa. [...] Occorre un nemico per dare al popolo una speranza. Qualcuno ha detto che il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie: chi non ha principi morali si avvolge di solito in una bandiera, e i bastardi si richiamano sempre alla purezza della loro razza. L'identità nazionale è l'ultima risorsa dei diseredati. Ora il senso dell'identità si fonda sull'odio, sull'odio per chi non è identico. Bisogna coltivare l'odio come passione civile. Il nemico è l'amico dei popoli. Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria. L'odio è la vera passione primordiale. E' l'amore che è una situazione anomala. Per questo Cristo è stato ucciso: parlava contro natura. Non si ama qualcuno per tutta la vita, da questa speranza impossibile nascono adulterio, matricidio, tradimento dell'amico... Invece si può odiare qualcuno per tutta la vita. Purché sia sempre là a rinfocolare il nostro odio.
L'odio riscalda il cuore."

Umberto Eco, da Il cimitero di Praga
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Re: Umberto Eco

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Giunto al termine della mia vita di peccatore, mentre declino canuto insieme al mondo, mi accingo a lasciare su questa pergamena testimonianza degli eventi mirabili e tremendi a cui mi accadde di assistere in gioventù, sul finire dell'anno del Signore 1327. Che Dio mi conceda la grazia di essere testimone trasparente e cronista fedele di quanto allora avvenne in un luogo remoto a nord della penisola italiana, in un abbazia di cui è pietoso e saggio tacere anche il nome.

Il nome della rosa
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Re: Umberto Eco

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Nel "Nome della Rosa" di Umberto Eco

Quando l'abate cieco chiede all'investigatore William di Baskerville: "Cosa desiderate veramente? ”
Baskerville risponde: “Voglio il libro greco, quello che secondo voi non è mai stato scritto. Un libro che parla solo di commedia, che odiate tanto quanto ridere. Si tratta probabilmente dell'unica copia conservata di un libro di poesie di Aristotele. Ci sono molti libri che trattano di commedia. Perché questo libro è esattamente così pericoloso? ”
L'abate risponde: "Perché è di Aristotele e farà ridere".
Baskerville replica: "Cosa c'è di inquietante nel fatto che gli uomini possano ridere? ”
L'abate: "La risata uccide la paura, e senza paura non può esserci fede. Colui che non teme il diavolo non ha bisogno di più di Dio.
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