Paulo Coelho

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Paulo Coelho

Messaggio da leggere da essenze »

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Ci sono dei giorni in cui
mi sveglio con la voglia di dolcezze e buoni sentimenti....
Coelho.



La mia esistenza e' come le montagne russe:
- si, la vita e' un gioco forte e allucinante,
la vita e' lanciarsi con il paracadute, e' rischiare,
e' cadere e rialzarsi, e' alpinismo
e' voler raggiungere la vetta di se' stessi,
e ritrovarsi insoddisfatti e angosciati
quando non ci si riesce.

* Paulo Coelho*
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


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Re: Paulo Coelho

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L'Alchimista è un bel libro sulla magia,
i sogni ed i tesori che noi cerchiamo dappertutto e che ,
alla fine, scopriamo davanti alla porta di casa.

Un racconto, o meglio una favola, di iniziazione morale,
che ci fa da guida verso la conoscenza di noi stessi.
Strada ricca di segnali attraverso i quali si impara ad apprezzare
e valorizzare le piccole ma fondamentali vicende della vita di tutti i giorni.

Ho "scoperto" Coelho per caso;
un giorno mia figlia torno' a casa con un regalo: L'alchimista!

Ho iniziato a leggere la prima pagina,
da li' avrei capito se fra me e quel libro c'era feeling....
Beh, ero arrivata a pagina 50 e non me n'ero manco accorta.


Le mie notti milanesi, senza pc, le ho passate con lui....
mi ha parlato con le sue semplici parole, che sanno arrivare dentro...
Mi ha portato davanti ad un foglio bianco a ...scrivere.
Ho preso coscienza che ho mille parole dentro di me
e metterle fuori, anche disordinatamente,
mi ha dato e mi da gioia, serenità....
Sono felice di questo e vi chiedo di aver pazienza....
oltretutto se a qualcuno non interessa, puo' benissimo passare avanti.
03/05/2005


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Re: Paulo Coelho

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Come accadeva sempre la vigilia di Natale, il re invitò il primo ministro a fare una passeggiata. Amava vedere gli addobbi lungo le strade ma, per evitare che i sudditi scivolassero negli sprechi al fine di compiacerlo, i due uomini si celavano sotto le vesti di mercanti provenienti da terre lontane.
Passeggiarono per il centro della città, ammirando le ghirlande di luci, i pini, le candele accese sui gradini delle case, le bancarelle che vendevano regali, gli uomini, le donne e i bambini che camminavano frettolosamente per raggiungere i parenti e celebrare quella santa sera intorno a una tavola riccamente imbandita.
Sulla via del ritorno, si ritrovarono a passare per il quartiere più misero. Lì, l’ambiente era totalmente diverso: nessuna luce, nessuna candela, nessun profumo stuzzicante di cibo pronto per essere servito. Lungo la strada non c’era quasi nessuno. Come capitava tutti gli anni, il re commentò con il ministro che avrebbe dovuto prestare più attenzione ai poveri del suo regno. Il dignitario annuì, pur sapendo che ben presto quell’argomento sarebbe stato dimenticato, sepolto sotto la cappa della burocrazia quotidiana, l’approvazione dei bilanci e le discussioni con i plenipotenziari stranieri.
All’improvviso, i due uomini si accorsero che, da una delle case più miserabili, proveniva il suono di una musica. Giungeva da una baracca mal costruita, con una miriade di fessure tra le tavole di legno marcio, le quali lasciavano intravedere ciò che accadeva all’interno – una scena davvero assurda: un vecchio su una sedia a rotelle che sembrava piangere, una giovane completamente calva che danzava e un ragazzo dallo sguardo triste che agitava un tamburello e intonava una canzone popolare.
“Vado a vedere che cosa sta succedendo,” disse il re.
Bussò alla porta. Il giovane smise di cantare e di suonare, e andò ad aprire.
“Siamo mercanti in cerca di un posto dove dormire. Abbiamo udito la musica e ci siamo detti che dovevate essere ancora svegli. Vorremmo chiedervi se è possibile trascorrere la notte da voi.”
“Potrete trovare alloggio in qualche albergo della città, signori. Purtroppo non siamo in grado di aiutarvi: malgrado la musica, questa casa è colma di tristezza e sofferenza.”
“E per quale motivo, se è lecito sapere?”
“Per causa mia.” Era il vecchio sulla sedia a rotelle a parlare. “Per tutta la vita, mi sono impegnato affinché mio figlio apprendesse l’arte della calligrafia e potesse diventare uno degli scrivani di palazzo. Ma sono passati anni, e nessun bando per quella carica è mai stato pubblicato. Poi, ieri notte, ho fatto uno stupido sogno: mi è apparso un angelo e mi ha suggerito di comprare una coppa d’argento, giacché il re sarebbe venuto a farmi visita, avrebbe bevuto qualcosa e si sarebbe adoperato per trovare un lavoro a mio figlio.
“La presenza dell’angelo era talmente convincente che ho deciso di seguire le sue indicazioni. Siccome non abbiamo soldi, stamattina mia nuora è andata a vendere i suoi capelli al mercato per comprare quella coppa che può vedere lì, proprio di fronte a lei. Adesso loro danzano e cantano nel tentativo di risollevarmi il morale, visto che siamo a Natale, ma è perfettamente inutile.”
Il re guardò la coppa d’argento e chiese dell’acqua, poiché aveva sete. Prima di andarsene, rivolgendosi all’intera famiglia, disse:
“Che concidenza! Proprio oggi, incontrando il primo ministro, ho appreso che il bando verrà pubblicato la prossima settimana.”
Pur non credendo alle parole che aveva appena udito, il vecchio annuì e si congedò dagli sconosciuti. Ma, l’indomani, un proclama reale venne letto in tutte le strade della città: si cercava un nuovo scrivano per la corte.
Alla data stabilita, il salone delle udienze era affollato di persone ansiose di concorrere per una carica tanto ambita. Il primo ministro entrò e chiese ai presenti di preparare fogli e penne:
“L’argomento della composizione è: ‘Perché un vecchio piange, una donna calva danza e un ragazzo triste canta?’”
Un mormorio di sgomento percorse la sala: nessuno era in grado di affrontare un simile tema, di raccontare una storia come quella! Tranne un giovane dagli abiti dimessi in un angolo del salone, che fece un grande sorriso e cominciò a scrivere.

(liberamente ispirato a un racconto indiano)
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Re: Paulo Coelho

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.....In quel momento fu come se il tempo si fermasse e l'Anima del Mondo sorgesse con tutta la sua forza davanti al ragazzo.
Quando guardò l'occhi di lei, un paio di occhi neri, le labbra indecise fra un sorriso e il silenzio, egli comprese la parte più importante e più saggia del Linguaggio che parlava il mondo e che chiunque, sulla terra, era in grado di capire con il proprio cuore.
E si chiamava Amore, una cosa più antica degli uomini e persino del deserto, che tuttavia risorgeva sempre con la stessa forza dovunque due sguardi si incrociassero come si incrociarono quei due davanti a un pozzo.........."Maktub" pensò il ragazzo

Avrei voluto continuare, scrivere qualche passo del libro ma, sinceramente,
non so cosa scegliere.....dovrei scriverlo tutto.
Riporto solo un verso del vangelo secondo Luca che è trascritto dopo la prefazione.


Mentre erano in cammino, entrarono in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.
Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale sedutasi ai piedi del Signore, ascoltava la Sua parola.
Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, avvicinatasi a Gesù disse:
"Signore, non ti curi del fatto che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire?
Dille dunque che mi aiuti!"
Ma Gesù le rispose: "Marta, Marta, tu ti affanni per troppe cose.
Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta."
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Re: Paulo Coelho

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Se potessi essere Dio

La storia è attribuita al grande rabbino Bal Shen Tov.

Si narra che si trovava in cima a una collina,
con alcuni studenti,quando vide un gruppo di cosacchi attaccare
la città e cominciare a massacrare la gente.

Vedendo molti dei suoi amici che, laggiù, morivano
e chiedevano misericordia, il rabbino esclamò:

" Ah!,se potessi essere Dio!"

Un discepolo ,colpito si rivolse a lui:
"Maestro,ma come osate proferire una simili blasfemia?
Volete forse dire che,se foste Dio,
agireste in maniera diversa?
Volete forse dire che Dio tante volte fa ciò che è sbagliato?"
Il rabbino guardò negli occhi il discepolo e disse:
"Dio è sempre giusto.Ma se io potessi essere Dio,
potrei capire ciò che sta accadendo""


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Re: Paulo Coelho

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"...le dune si trasformano con il vento ma il deserto rimane sempre uguale...
così sarà anche per il nostro amore, se farai parte della mia leggenda un giorno tornerai."


"Mantenetevi folli, e comportatevi
come persone normali."

"Ascolta il tuo cuore. Esso conosce tutte le cose"

Se non pensero' all'amore non sarò niente.

Ogni essere umano, nel corso della propria esistenza, può adottare due atteggiamenti:
costruire o piantare.
I costruttori possono passare anni impegnati nel loro compito,
ma presto o tardi concludono quello che stavano facendo.
Allora si fermano, e restano lì, limitati dalle loro stesse pareti.
Quando la costruzione è finita, la vita perde di significato.
Quelli che piantano soffrono con le tempeste e le stagioni, raramente riposano.
Ma, al contrario di un edificio, il giardino non cessa
mai di crescere.
Esso richiede l'attenzione del giardiniere, ma,
nello stesso tempo, gli permette di vivere
come in una grande avventura.


Il Signore ascolta le preghiere di coloro che chiedono di dimenticare l'odio.

Ma è sordo a chi vuole sfuggire all'amore.
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Re: Paulo Coelho

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Veronica decide di morire

Veronika, pur avendo una vita normale, non è felice.
Ecco perché decide di morire, ingerendo una dose eccessiva di sonniferi.
Ma il tentativo fallisce, e Veronika viene internata in una clinica psichiatrica
dove le fanno credere che il suo cuore sia ammalato.
Paulo Coelho scrive una meravigliosa riflessione sul tema della normalità e della diversità,
trasformando il dramma dell’infelicità nella pienezza dell’accettazione della vita e della sua bellezza.

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"Al di là dell’inferriata, il cielo appariva punteggiato di stelle, con un quarto di luna crescente
che stava sorgendo dietro le montagne.
I poeti amavano la luna piena, e su di essa avevano scritto migliaia di versi; Veronika, invece, era innamorata dello spicchio di luna, poiché poteva ancora aumentare, espandersi, colmare di luce tutta la sua superficie, prima dell’inevitabile decadenza.
Provò il desiderio di andare al pianoforte nella sala di soggiorno, per celebrare quella notte con una sonata che aveva imparato a scuola. Guardando il cielo, avvertiva un’indescrivibile sensazione di benessere, come se anche l’infinito dell’Universo mostrasse la propria eternità.
Ma una porta d’acciaio e una donna che non terminava mai di leggere il suo libro la separavano da quel desiderio.
Inoltre, vista l’ora tarda, nessuno suonava il pianoforte: se lei l’avesse fatto, avrebbe finito per svegliare tutto il vicinato. Veronika rise..."
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Re: Paulo Coelho

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Il bimbo di Rio

"La fede è sempre viva nel cuore degli uomini", pensò il parroco vedendo la chiesa piena.
Erano operai del quartiere più povero di Rio de Janeiro,
riuniti quella notte con un solo obiettivo comune: la Messa di Natale.
Ne fu confortato.
Con passo dignitoso, raggiunse il centro dell'altare. - A, b, c, d...
Era, a quanto sembrava, un bambino, che turbava la solennità della celebrazione.
Gli astanti guardarono indietro, scontenti.
Ma la voce continuava: - A, b, c, d...
- Basta! Disse il parroco. Il ragazzino parve risvegliarsi da una trance.
Lanciò un'occhiata impaurita intorno a lui e il suo viso si imporporò dalla vergogna.
- Che fai? Non vedi che disturbi le nostre preghiere?
Il ragazzino chinò la testa e delle lacrime scesero sulle sue gote.
- Dov'è tua madre? - insistette il parroco -. Non ti ha insegnato a seguire la Messa?
A testa bassa, il ragazzino rispose: -
Mi scusi, padre, ma non ho imparato a pregare.
Sono cresciuto per la
strada, senza padre nè madre.
Oggi è Natale e avevo bisogno di parlare un pò con Dio.
Non conosco la lingua che lui capisce, così dico le lettere che so. Ho pensato che, lassù,
Lui potrà prendere queste lettere e usarle per formare le parole e le frasi che piacciono a Lui.
Il ragazzino si alzò.
- Me ne vado, disse. Non voglio dar fastidio alle persone che sanno comunicare così bene con Dio.
- Vieni con me, rispose il parroco.
Prese il ragazzino per mano e lo condusse sull'altare.
Poi si voltò verso i fedeli.
- Questa sera, prima della Messa, reciteremo una preghiera speciale.
Lasceremo che Dio scriva quello che vuole sentire.
Ogni lettera corrisponderà a un momento dell'anno, in cui riusciremo a compiere una buona azione,
a lottare con coraggio per un sogno o a dire una preghiera senza parole.
Gli chiederemo di mettere in ordine le lettere della nostra vita.
Pregheremo insieme perchè le lettere Gli permettano di creare le parole e le frasi che a Lui piacciono.
Chiuse gli occhi e si mise a recitare l'alfabeto.
E tutta la chiesa ripetè con lui: a. b. c. d....
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Re: Paulo Coelho

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C’era una volta un uccellino, con ali perfette e piume lucenti, colorate e meravigliose. Insomma, un animale creato per volare in libertà nel cielo, e rallegrare chiunque lo vedesse.

Un giorno, una donna vide questo uccellino e se ne innamorò. Stupefatta, si fermò a osservarne il volo con il cuore che batteva all’impazzata, e gli occhi brillanti di emozione. Lo invitò a volare vicino a lei, e insieme vagarono attraverso i cieli e le terre in perfetta armonia. Lei ammirava, venerava, celebrava quell’uccellino.

Ma poi pensò: “ E se volesse conoscere le montagne lontane?” Ebbe paura. Paura di non provare mai più quel sentimento con altri uccellini. E’ provò anche invidia: invidia per la sua capacità di volare. Si sentiva sola.

E allora si disse:"Preparerò una trappola. La prossima volta che arriverà, non potrà più andare via?"

L‘uccellino, parimenti innamorato, tornò il giorno seguente, cadde nella trappola e finì imprigionato in una gabbia.

Lei trascorreva ore a guardarlo, tutti i giorni. Era l’oggetto della sua passione e lo mostrava alle amiche, che dicevano: “Ma tu hai davvero tutto." Poi cominciò a verificarsi una strana trasformazione: visto che possedeva l’uccellino, e non aveva più bisogno di conquistarlo, lentamente perse interesse per lui. E l’uccellino, non potendo volare ed esprimere il senso della propria vita, a poco a poco deperì, la lucentezza delle sue piume svanì e divenne brutto. La donna non gli prestava più attenzione, se non per nutrirlo e pulirgli la gabbia.

Un giorno, l’uccellino morì. Lei ne fu profondamente rattristata e iniziò a pensare sempre a lui. Tuttavia non si ricordava della gabbia, rammentava soltanto il giorno in cui lo aveva visto per la prima volta, mentre volava felice fra le nuvole.

Se avesse osservato se stessa, avrebbe scoperto che ciò che l’aveva colpita in quell’uccellino era la libertà, l’energia delle sue ali in movimento, e non il suo corpo fisico.

Senza l’uccellino, la sua vita perse di significato e la Morte andò a bussarle alla porta. “Perché sei venuta?” le domandò lei.

«Per farti volare di nuovo insieme a lui nel cielo, » rispose la Morte. “Se lo avessi lasciato partire e tornare, lo avresti amato e ammirato anche di più. Ora, invece, hai bisogno di me per poterlo rincontrare.”


tratto da : " Undici minuti" di Paulo Coelho
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Re: Paulo Coelho

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"In Brida, il mio terzo romanzo che ho scritto appena dopo L'Alchimista, racconto l'iniziazione di una ragazza al mondo della magia attraverso diverse tradizioni esoteriche. In esso esploro svariati temi che mi sono cari, come la Grande Madre, le religioni pagane e l'amore. Quando ho scritto Brida e l'ho pubblicato in Brasile più di 18 anni fa, alcune tematiche come il volto femminile di Dio erano ancora estranee alla maggior parte delle persone. Tuttavia ho notato, con il passare del tempo, un cambiamento della percezione - una crescente apertura della gente nei confronti di un approccio intuitivo alla conoscenza, accompagnata da una maggiore insofferenza verso le rigide regole sociali. Come ho scritto nel libro, 'la cosa più nobile che un essere umano può sperimentare è l'accettazione del mistero'. Ho la sensazione che il mondo stia sempre più prendendo coscienza del mistero, così, cari lettori, vi faccio oggi dono della storia di questa giovane donna."
(Paulo Coelho)


L'ho letto in treno, tra andata e ritorno.
Bel tema quello delle streghe... e l'abilità di Coelho di farti sentire protagonista in una realtà diversa e magica.
E, come al solito, molti, moltissimi punti di riflessione che l'autore sa dare a tutti.
Mi è piaciuto.
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