Erri De Luca

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Silesia
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Re: Erri De Luca

Messaggio da leggere da Silesia »

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Ci si innamora così
cercando nella persona amata il punto
a nessuno rilevato
che è dato in dono solo a chi scruta
a chi ascolta con amore.
Ci si innamora da vicino
ma non troppo
ci si innamora da un angolo acuto
un poco in disparte
in una stanza
presso una tavolata
seduto su un gradino
mentre gli altri ballano.
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Vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare
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Re: Erri De Luca

Messaggio da leggere da essenze »

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“Le donne portano la bellezza. Ogni generazione femminile s’impegna a onorare la dote assegnata. Il corpo femminile si perseguita con accanimento per esaltare la qualità.
Il maschile che gliela invidia reagisce esagerando la sua differenza virile o sforzandosi all’opposto di essere femminile. Il maschile davanti al femminile sbanda.”

(Erri De Luca, da “Le sante dello scandalo”)
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


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Re: Erri De Luca

Messaggio da leggere da essenze »

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Quando morì non me ne accorsi.
Dormivo sulla sedia, le mani intrecciate alle sue,
gli occhi miei chiusi e i suoi aperti verso di me.
Quando sciolsi le dita dalle sue fui solo al mondo.
Fu la mia porzione quella donna venuta fino a me.
Edificammo contentezze,
lenticchie di festa minore ma continua.
E’ stata poco con me,
una breve durata nel corso della vita, però è venuta.
Sono stato una persona in questo mondo
non solo per i primi dieci anni della vita,
ma anche nei sette del matrimonio.
Essere al mondo, per quello che ho potuto capire,
è quando ti è affidata una persona
e tu ne sei responsabile
e allo stesso tempo tu sei affidato a quella persona
ed essa è responsabile per te.
Sette anni non furono pochi.
Anche se fossero stati la metà o la metà ancora,
non sarebbe stato poco.
Non ci si può lamentare della brevità, non è giusto,
ma della lunghezza sì.
Ho avuto imbarazzo a vivere ancora.
Non provo dolore nel vedere il cielo
qualche volta uguale a quello di un agosto
passato insieme in vacanza,
però arrosisco di poterlo guardare, di essere rimasto.
Di questo per me si tratta,
di essere il resto di alcune persone,
delle loro sottrazioni.

(Erri De Luca “Non ora, non qui“ )
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Re: Erri De Luca

Messaggio da leggere da essenze »

Miriam, sai cos'è la grazia?
Non di preciso, risposi.
Non è un'andatura attraente, non è un portamento
elevato di certe nostre donne bene in mostra.
E' la forza sovrumana di affrontare il mondo da soli
senza sforzo, sfidarlo a duello tutto intero senza
neanche spettinarsi.

Erri De Luca, In nome della madre.
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Re: Erri De Luca

Messaggio da leggere da essenze »

Nacque per accidente allegro il primo bacio.
Al termine del gioco erano arrivati al bacio mille.

Erri de Luca
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Re: Erri De Luca

Messaggio da leggere da essenze »

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Dove sono finiti i tuoi occhi, che da soli portavano carezze?

Sembra che non abbiano più dormito, occhi impossibili.


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In alto a sinistra

Erri de Luca
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Re: Erri De Luca

Messaggio da leggere da essenze »

Maniera

Accosto la fronte alla tua, si toccano,
dico: "E' una frontiera".
Fronte a fronte: frontiera,
mio scherzo desolato, ci sorridi.
Col naso ci riprovo, tocco il naso,
per una tenerezza da canile:
"E questa è una nasiera", dico
per risentire casomai
un secondo sorriso, che non c'è.
Poi tu metti la mano sulla mia
e io resto indietro di un respiro.
"E questa è una maniera", mi dici.
"Di lasciarsi?", ti chiedo. "Si, così".

Erri De Luca
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Re: Erri De Luca

Messaggio da leggere da essenze »

Mi chiamo Erri De Luca, benvenuti, sono qui a parlare con voi di fede e ragione, perché, pur essendo un non credente, sono un appassionato di Sacre Scritture. Un appassionato al punto d'avere imparato la lingua originale di quelle Scritture Sacre dell'Antico Testamento, che è l'ebraico antico, al punto di avere anche tentato di fare delle traduzioni molto letterarie. Sono dunque un appassionato semplice, un lettore semplice, ma assiduo di queste Scritture, semplice perché sono non credente.
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Fede e ragione, prima l'una e poi l'altra, secondo le precedenze della storia. Per molti secoli la fede ha avuto il primato delle azioni umane, poi, negli ultimi due secoli, la ragione ha avuto il sopravvento. Alla fine del nostro secolo, il più scientifico della storia dell'umanità, torna a crescere il sentimento religioso. Per la prima volta nella nostra storia i progressi della ragione e quelli della fede vanno insieme senza escludersi a vicenda. Il sentimento religioso diventa motore politico in molte zone del mondo e quasi non c'è guerra moderna che non contenga un fondamento di credo spirituale opposto a un altro. Questo secolo ha dato più di ogni altro la scalata al mistero e ai misteri coi mezzi della scienza e delle tecniche. Ma i gradini del cielo e dell'universo, si possono scalare con missili, navicelle, telescopi. Nella Scrittura Sacra si legge di uomini che volevano costruire un edificio che arrivasse in cielo. Per generazioni furono muratori di una torre-montagna, poi Dio li salvò mandando loro il dono delle mille lingue diverse. Così si dispersero e abbandonarono l'impresa. Fallirono, ma in maniera grandiosa. Impararono che il cielo non si può scalare con impalcature e che per sfiorare il suo mistero ci vuole l'efficace umiltà della fede. I nostri mezzi più potenti dei loro arrivano più in alto e più lontano. Ma, inoltrandosi nell'infinito, il nostro progresso rispetto a loro arriva solo uno sputo più in là. In questa remota periferia dell'universo, che è il nostro pianeta, questa frazione insignificante del tempo generale, che è la vita, fede e ragione devono riuscire a coesistere.

Bene, sono un non credente. Spiego la differenza che c'è rispetto ad un ateo. Se ateo è uno - voi che studiate il greco sapete che 'a' è alpha privativo - "senza Dio", uno che ha escluso la possibilità di Dio dalla propria vita, ma principalmente dalla vita degli altri, dicendo che Dio non esiste, e che gli altri semplicemente si illudono. E' una privazione anche nei confronti dell'esterno e non solo nei confronti di se stessi. Io sono un non credente. Poiché leggo queste Scritture Sacre tutti i giorni, io tutti i giorni mi affaccio su queste persone, su questi personaggi grandiosi, su queste storie grandiose, che hanno fatto la nostra civiltà, e dico: "Sì, sono magnifiche, io le seguo e mi appassiono, però non credo, non credo a Dio". Però non credo tutti i giorni, "non credente", proprio secondo il participio presente del verbo, non credo tutti i giorni. Così come credo che il credente è uno che tutti i giorni o molto spesso si trova di fronte a questo dubbio decisivo se credere o non credere e rimuova questa linea di credito nei confronti della divinità e di Dio. Sono un non credente quindi, non un ateo, non escludo Dio dalla vita degli altri, dal fatto che gli altri possono ospitare questa rivelazione grandiosa, che io non riesco a ospitare. Non la escludo dalla vita degli altri e vedo nella vita degli altri dei segni consistenti di questa rivelazione. Ci sono delle tracce nella vita degli altri, ma io...., non nella mia. Intendo per fede qualcosa, l'aderire a un credo spirituale e praticarne un culto. Quindi fede nel senso della religione, e non fede in una squadra di calcio, come si può dire, come si usa qualche volta dire per la grande passione dei tifosi,: hanno fede nella loro squadra. No, parliamo di fede semplicemente per un momento, insomma. In questa sala usiamo la parola "fede" solo per parlare di una adesione totale da un credo spirituale.
Mi accorgo, in questi anni, che aumenta la temperatura della fede. Insieme alle grandi scoperte, al grande progresso della ragione, c'è anche una specie di progresso della fede nelle persone, intorno, nel mondo. Il mondo invece di distogliersi dal credo si intensifica in questa fede, nei vari credo, nelle varie possibilità di credo, che ci sono, al punto da farle diventare anche delle, delle azioni politiche, appunto dal pretendere che Dio si occupi anche di politica, come fanno alcuni regimi musulmani.
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Re: Erri De Luca

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Una nuvola come tappeto
De Luca ci presenta le sue riflessioni sul Vecchio Testamento sotto forma di piccoli racconti. Si tratta, come lui stesso afferma, di un "tentativo di essere lettore di Bibbia in un'epoca fredda". Un lettore che ha studiato per anni, da sé, la lingua ebraica. Ne risultano una lettura e una traduzione del testo sacro assai sorprendenti.
“Era felice al vento, lo accoglieva in ascolto.
Era di quelli che afferrano una frase dove gli altri intendono solo un chiasso”.
Mosè, primo alpinista, è in cima al Sinai.
Inizia così il suo corpo a corpo con la più potente manifestazione della divinità.
Avanza con cenni sicuri un secolo che viene a innalzare armi e versetti. Prima che nuovi agitatori del sacro vengano con la Bibbia in pugno ad arrostire genti, sforzando le sue pagine a dettare massacri, racconto quello che ho trovato leggendo quel libro nella sua lingua madre. Presto alcuni nomi di Dio verranno issati su opposte bandiere e i popoli saranno nemici per una volta ancora nel nome del cielo. Prima dei regni delle fedi armate, ognuno s'affretti e leggere la Bibbia a modo suo, con fervore e freddezza, in buona o cattiva sorte. Perché quel libro è bello, valore che ha contribuito a conservare quel sacro fino a oggi. Il sacro dura nel cuore dei millenni quando si fissa in libri grandiosi. La Bibbia ne è piena. Non l' ho letta spogliandola del divino. Questi racconti che sono resoconti di scoperte, di luci nuove su personaggi antichi, non vengono da una lettura profana della Bibbia. Il sacro sta in quelle pagine come la corrente placata di un fiume presso il mare: guida il viaggio ma non è fonte né foce, non è un luogo ma una necessità. Trovi ognuno i fogli scritti per lui nel Libro dei libri, rinnovando l'antica sorpresa di sentire che egli stesso, da alcune di quelle pagine, è stato trovato.

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Re: Erri De Luca

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“In nome del padre inaugura il segno della croce.
In nome della madre s'inaugura la vita”

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