Figli

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Silesia
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Re: Figli

Messaggio da leggere da Silesia »

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E' tornato il silenzio.
Ordine...
Non piu' musica a tutto volume, lozioni e trucchi, spazzole, scarpe...
ma quante scarpe hai?
E vestiti da lavare, stirare, riporre...

Ordine....

Poche voci nella mia casa, è andato via il sole.

Buon viaggio tesoro, torna presto.
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Vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare
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Silesia
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Re: Figli

Messaggio da leggere da Silesia »

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Da genitore, ho un grosso obbiettivo per mio figlio:
non voglio che diventi né un grande dottore, né un grande
ingegnere, né tantomeno un grande sportivo.
Farò solo di tutto perché sia una persona felice,
e nel mondo dei finti felici, non mi sembra poco.

Massimiliano Catellani
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Re: Figli

Messaggio da leggere da essenze »

Insegnerai a Volare, ma non voleranno il Tuo Volo.
Insegnerai a Sognare, ma non sogneranno il Tuo Sogno.
Insegnerai a Vivere, ma non vivranno la Tua Vita.
Ma in ogni Volo, in ogni Sogno e in ogni Vita,
rimarrà per sempre l’impronta dell’ insegnamento ricevuto.

KHALIL GIBRAN
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


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Re: Figli

Messaggio da leggere da essenze »

A 4 anni: Papà sa tutto.
A 8 anni: Papà sa quasi tutto.
A 15 anni: Papà non sa diverse cose.
A 20 anni: Papà non capisce niente.
A 30 anni: Chiedo consiglio a Papà.
A 40 anni: Se avessi ascoltato Papà.
A 50 anni: Se avessi ancora Papà...
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Re: Figli

Messaggio da leggere da essenze »

I MIEI FIGLI DIMENTICHERANNO
Il tempo, inesorabilmente, svuoterà gli occhi dei miei figli, che ora traboccano di un amore poderoso e incontenibile...
Toglierà dalle loro labbra il mio nome urlato, cantato, sillabato e pianto cento, mille volte al giorno. Cancellerà – un po’ alla volta oppure all’improvviso – la familiarità della loro pelle con la mia, la confidenza assoluta che ci rende praticamente un corpo solo. Con lo stesso odore, abituati a mescolare i nostri umori, lo spazio, l’aria da respirare. Subentreranno, a separarci per sempre, il pudore, il giudizio, la vergogna. La consapevolezza adulta delle nostre differenze.
Come un fiume che scava l’arenaria, il tempo minerà la fiducia che mi rende ai loro occhi onnipotente. Capace di fermare il vento e calmare il mare. Riparare l’irreparabile, guarire l’insanabile, resuscitare dalla morte.
Smetteranno di chiedermi aiuto, perché avranno smesso di credere che io possa in ogni caso salvarli. Smetteranno di imitarmi, perché non vorranno diventare troppo simili a me. Smetteranno di preferire la mia compagnia a quella di chiunque altro, e guai se questo non dovesse accadere.
Sbiadiranno le passioni – la rabbia e la gelosia, l’amore e la paura. Si spegneranno gli echi delle risate e delle canzoni, le ninne nanne e i C’era una volta termineranno di risuonare nel buio.
Con il tempo, i miei figli scopriranno che ho molti difetti, e, se sarò fortunata, ne perdoneranno qualcuno.
Saggio e cinico, il tempo porterà con sé l’oblio. Dimenticheranno, anche se io non dimenticherò.
Il solletico e gli inseguimenti (“Mamma, ti prendo io!”), i baci sulle palpebre e il pianto che immediato ammutolisce con un abbraccio. I viaggi e i giochi, le passeggiate e le febbri alte. I balli, le torte, le carezze mentre si addormentano piano.
I miei figli dimenticheranno. Dimenticheranno che li ho allattati e cullati per ore, portati in fascia e tenuti per mano. Che li ho imboccati e consolati e sollevati dopo cento cadute. Dimenticheranno di aver dormito sul mio petto di giorno e di notte, che c’è stato un tempo in cui hanno avuto bisogno di me quanto dell’aria che respirano.
Dimenticheranno, perché è questo che fanno i figli, perché è questo che il tempo pretende.
E io, io, dovrò imparare a ricordare tutto anche per loro, con tenerezza e senza rimpianto. Gratuitamente. Purché il tempo, sornione e indifferente, sia gentile abbastanza con questa madre che non vuole dimenticare.
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Re: Figli

Messaggio da leggere da Silesia »

Parti da te, figlio. Da quello che sei. - Bisogna morire per imparare? - Mi chiedi.
Sì, figlio, per imparare qualcosa deve morire.
Tu non lo sai e non devi saperlo,
ma il cuore, con l’età, si restringe.
Non è più tanto capiente, immenso,
come all’inizio dei giorni.
Tra non molto gli abbandoni conteranno anch’essi.
Ma ora il tuo cuore è una piazza sconfinata, e ti fa credere che sopravviverai senza dover rinunciare a niente, capirai, col tempo, quanto sia difficile trattenere ogni cosa, ogni pensiero, ogni persona.
Sei nell’euforia di tutti gli inizi.
Qualcuno dovrà morire perché tu viva.
Domani, quando chiamerai, io non ci sarò, ma solo perché tu possa esserci,
quando chiameranno te.

Marcello Fois - "L’infinito non finire"
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Re: Figli

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PER IL TUO BENE, MI VOGLIO BENE
Lettera ad un figlio
Per il tuo bene ti bacio sulla fronte
ogni volta che la luna fa vedere la sua faccia invisibile o visibile
e ti rimbocco le coperte dei sogni invocando fate, stelline e angeli
che ti facciano dormire al sicuro da neri ricordi e indefinite paure;
ti prendo per mano ogni volta che un nuovo giorno si apre alla vita e prende dimora una luminosa luce ai nostri occhi.
Per il tuo bene ti preparo latte e biscotti
immergendoci il polpastrello del mignolo sinistro... quello che porta le emozioni dritte al cuore e sentire
se il latte è caldo al punto perfetto perché tu te lo possa gustare.
️Per il tuo bene ti lavo e ti vesto
con i colori e i giochi della vita guardando l’espressione del tuo viso
e cercando di catturare dai tuoi occhi ogni singolo piacere.
Per il tuo bene, crescendo, ti metto lo zaino per la scuola in spalla
all’ultimo secondo per risparmiarti i pesi della vita
e far in modo che la tua schiena, ancora giovane,
abbia il tempo di irrobustirsi.
Per il tuo bene attendo il tuo saluto
esso di voce o di sguardo,
fino a quando non varchi la porta dell’apprendimento e inizi il tuo percorso
di comprensione intellettuale.
Per il tuo bene corro al lavoro in tutta fretta…
non perché sono in ritardo ma perché desidero rivederti presto
e vorrei far scorrere le lancette dei secondi più velocemente.
Per il tuo bene preparo cibi saporiti di amorevolezza,
pizzichi continui di si e no , pentole calde di racconti ed esperienze,
terrine di fresche emozioni,
dolci sfornati appena in tempo tra alternanza di silenzi, sorrisi, parole, immagini.
Per il tuo bene mi siedo accanto a te
mentre inserisci nel tuo contenitore numeri in numero e numeri in palline e fiorellini,
mentre scandisci con la voce e la penna la parola "ca-sa".
Per il tuo bene, quasi instancabilmente, continuo a stare davanti a te.
Poi, piano piano mi sposto accanto mentre raggiungi la mia statura
e possiamo guardarci dritte dritte negli occhi
e dirci la gioia di fare shopping insieme e allo stesso tempo,
la rabbia e la delusione per aver approdato in rive non comuni e a me sconosciute.
Per il tuo bene rallento e mi sposto dietro:
il mio sguardo si alza fino a quando non ti vede più all’orizzonte.
Ti osservo camminare mano nella mano con un’altra persona,
ti osservo come abbracci, come sorridi,
come prendi la tazzina del caffè
e come incroci le gambe seduta in ristorante.
Poi, scopro di dover riprendere il mio bene.
Per il tuo bene, mi voglio bene.
Capita un po’ di disorientamento…
vedo offuscato, non riconosco più molte persone,
riguardo il mio corpo invecchiato.
Mi riprendo.
Inspiro. Espiro.
Chiudo gli occhi:
voglio ascoltare il ritmo del mio cuore.
Sì, è cambiato dall’ultima volta.
Sembra a volte più lento e a volte più veloce.
Sembra cambiare di posto, a volte sulla gola e a volte,
silenzioso, sul petto.
Ma non si è rimpicciolito.
Il cuore…quello sì, è rimasto grande grazie a te.
Decido di abbracciarmi.
E non è un abbraccio vuoto,
ma colmo dei miei errori e delle mie fatiche,
colmo delle mie lacrime e dei miei sorrisi, dei piaceri e dispiaceri,
delle mie parole e dei miei silenzi, delle mie scelte e delle nostre scelte,
delle cose che non ho potuto decidere
e che mi hanno insegnato strade nuove,
dell’amore eterno per i miei genitori e dell’amore eterno per il papà,
dell’amore inestinguibile per te e dell’altrettanto amore per me stessa.
Prendo contatto con la terra.
Ho bisogno di ringraziare
e m’immagino come un filo di perle
tra le profondità della terra e la grandezza del cielo.
Ogni perla, un atto di gentilezza e di amore nella mia vita.
Caspita, è una collana infinita!
MARISA STORGATO
DAL BLOG VIVI SORRIDI DANZA
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Re: Figli

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È un tempo lento, quello della notte con un bimbo tra le braccia.
C'è silenzio.
C'è stanchezza.
Ci sono due cuori, il tuo e il suo, che battono insieme. Vicini.
È una finestra, la notte con un bambino tra le braccia.
Una finestra sul tuo essere mamma.
Una finestra sulla fatica e sulla forza. Entrambe impreviste e imprevedibili.
Entrambe grandi.
C'è solitudine nel silenzio della notte con un bambino tra le braccia.
Ma altre madri - tante - cullano un bambino ascoltando il silenzio.
Lontane ma vicine.
Sorelle nella notte.
Nella fatica e nell'amore.
Quante finestre nella notte.
Aperte su due cuori che battono insieme. Vicini.
.
Giorgia Cozza
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Re: Figli

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Solo per me è iniziato il giorno.
Mi muovo nel silenzio che il pavimento di legno mi consente e come tutte le mattine non resisto.
Mi avvicino alla porta di lei, abbasso piano la maniglia e apro.
Lei e i suoi diciasette anni dormono.
Il joystick della play come compagno di cuscino.
Con la pancia rivolta all'insù e le mani chiuse a pugno come cornice del viso mi restituisce la mia bambina di due anni, quieta solo nel sonno.
Piccola cresciuta troppo in fretta, sembra che sorrida.
Mi prendo quel sorriso e lo infilo in tasca, nel caso non bastasse la nutella al risveglio, pronta a restituirlo subito.
Mi prendo la mia bambina coi codini e sbrodolina sotto braccio e me la porto via.
Lascio una carezza nell'aria a una ragazza che appena sveglia guarderà instagram e solo dopo, di sfuggita, guarderà me.
Torno indietro di un passo e chiudo la porta.
Salgo le scale che portano alla mansarda con il passo leggero di un ladro.
La gatta mi raggiunge e balza uno scalino avanti.
Apro la porta e guardo lui.
Rannicchiato col cuscino tra le braccia ne vedo il profilo e la guancia invasa dalla barba nera, tatuaggio naturale che tenta di renderlo uomo.
Vent'anni della mia fatica a costruirmi come madre,
Vent'anni di prime volte a sperimentare e inventare e ridere.
Non sono tanti vent'anni, penso.
Ieri allargavo le braccia per lasciarlo al suo primo passo in solitaria e bam, la vita mi ha dato un calcio in avanti e lo ha fatto sembrare un uomo.
Sembrare perché quella barba in realtà è morbida, così morbida da smascherare le poche rasature che ha subito.
Lui apre gli occhi
Mi guarda.
Io ignoro il suo sguardo.
Mi faccio niente per non svegliarlo e sparisco dietro la porta.
Io all'alba rubo i miei figli.
Rubo i bambini che sono stati, che credevo di amare all'impossibile e non sapevo che quell'impossibile cresce con loro, spegne candeline, medica ferite, tiene la mano sui primi quaderni e guida alla prima lettera scritta .
Non sapevo che quell'impossibile tende all'infinito.
Non sapevo che quell'impossibile diventa così ingombrante da metterti in un angolo per lasciar spazio a loro, alle loro vite sempre più piene degli altri e sempre più vuote di te.
E mi tornano alla memoria i versi di De Gregori :
Il vero amore può nascondersi,
Può confondersi,
Ma non può perdersi mai.
Sempre per sempre
Dalla stessa parte
Mi troverai.
Irene Renei
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Re: Figli

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