Perchè la poesia

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smilla_e_la_neve
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Perchè la poesia

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Duy-Huynh
Al confine dell'anima le parole hanno significati ambigui come, sullo sfondo di una foto, un cane nero in corsa, dotato anche esso di un'anima ma fuori fuoco. Fuori dell'anima, gli occhi sono costretti a concentrarsi sulle figure in primo piano, lasciando correre il cane alla sua meta, senza dedicargli un pensiero. L'esilio moltiplica il reale all'esterno, mentre il cuore resta nudo. Ogni tentativo di spiegare è un segreto tradito, e una maledizione l'accompagna: senza l'anima la persona appare come un fantasma, non viene ascoltata. Nelle sue parole quotidiane le figure retoriche, che usa per riprodurre il linguaggio dello spirito, sono come rugiada autunnale che il sole non fa evaporare: restano ad aspettare, bagnando i quaderni. Solo soffrendo per ogni parola, per ciò che essa racchiude, per il suono, per la pausa di silenzio, per il ricordo dell'anima assente, l'anima tornerà a mostrarsi. E' un compromesso con la Sfinge che è la vita: Non ti dirò tutta, né per quel che sei realmente, ma permettimi di raccontarti attraverso un sottile velo di menzogna, per mezzo di una poesia, in cambio di un paio d'ore o anche un giorno intero di smania e di dolore; non chiedo altro che sentirmi, durante quel tempo, vicino all'anima che amai.

http://impossibilefuggire.blogspot.com/ ... oesia.html
Se non puoi essere una via maestra, sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole, sii una stella.
Sii sempre il meglio di ciò che sei.


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smilla_e_la_neve
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Re: Perchè la poesia

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La poesia non serve a niente.

Ma ci sono momenti nei racconti dell'orrore

in cui la paura stilla la sua perfidia

è lì che hanno coerenza gli scongiuri

per spaventare i morelli della morte.

La maschera dietro la parola.

La poesia almeno serve

per innaffiare le piantine per il futuro.


Carmen Yàñez
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smilla_e_la_neve
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Re: Perchè la poesia

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La poesia e le sue parole

Dietro il nome c’è quel che non si nomina;

oggi ho sentito gravitare la sua ombra

su questo ago azzurro, lucido e lieve.


(Jorge Luis Borges)
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Re: Perchè la poesia

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Poesia dell'animo

Se siamo disillusi e non abbiamo sogni è colpa nostra, poco serve incolpare qualcun altro, rientra nei comodi a cui ci siamo adagiati.
I nostri genitori ci hanno messo al mondo e in un mondo migliore di cinquanta, cento anni fa’. Il 95% di noi mangia, e per questi due motivi bisognerebbe solo ringraziarli.
I valori poetici li abbiamo persi noi o, meglio, abbiamo smesso di cercarli.
La poesia va ricercata come qualsiasi altra cosa, la ricerca spirituale deve essere intrapresa, non può essere ereditata, soprattutto se siamo sordi agli insegnamenti che ci vengono dati.
In questo momento ho lo stomaco bloccato, perché ho dentro di me la passione di un desiderio, ed è una sensazione ai limiti della sofferenza, ho paura e incertezza e, queste paure è incertezze, sono piacere: sono la poesia dell’animo.
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Re: Perchè la poesia

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poesia è il suono dell'anima tradotto in parole

poesia è un'immagine stampata nel cuore

poesia è la musica che alita dalle tue labbra

poesia è un gabbiano solitario nella spiaggia

Poesia

il suono dell'anima tradotto in parola

ogni parola, ogni frase

é poesia.
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Re: Perchè la poesia

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Essenza del poeta

Sono il solitario origliere
di ciò che dorme.
Perciò scrivo
Colla tacita mano,
l’occhio rivolto ai sonni.

Lorenzo Calogero
(1910-1961)

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Re: Perchè la poesia

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"Forse i poeti hanno questo torto

di non passare inosservati,

di essere incollocabili nel silenzio..."


( Anna Buoninsegna)
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Re: Perchè la poesia

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[...] Nulla può toccare tanto poco un'opera d'arte quanto un commento critico. Se ne ottengono sempre, più o meno, felici malintesi. Le cose non si posso tutte afferrare e dire come d'abitudine ci vorrebbero far credere. La maggior parte degli eventi sono indicibili. Si compiono in uno spazio inaccesso alla parola. E più indicibili di tutto sono le opere d'arte. Esistenze piene di mistero la cui vita, accanto all'effimera nostra, perdura.
Lei domanda se i suoi versi siano buoni. Lo domanda a me. Prima lo ha domandato ad altri. Li invia alle riviste, li confronta con altre poesie e si allarma se certe redazioni rifiutano le sue prove.
Ora, le chiedo di rinunciare a tutto questo. Lei guarda all'esterno. Ed è appunto questo che non dovrebbe fare. Nessuno può darle consiglio o aiuto. Nessuno. Non c'è che un mezzo. Guardi dentro di sé. Si interroghi sul motivo che le intima di scrivere. Verifichi se esso protenda le radici nel punto più profondo del suo cuore. Confessi a se stesso: morirebbe se le fosse negato di scrivere? Questo soprattutto. Si domandi, nell'ora più quieta della notte: "Devo scrivere?". Frughi dentro di sé alla ricerca di una profonda risposta. E se sarà di assenso, se lei potrà affrontare con un forte e semplice "Io devo!" questa grave domanda, allora costruisca la sua vita secondo questa necessità. La sua vita, fin dentro la sua ora più indifferente e misera, deve farsi insegna e testimone di questa urgenza.
[...] Per chi crea non esiste povertà, né vi sono luoghi indifferenti o miseri. E se anche si trovasse in una prigione le cui pareti non lasciassero trapelare ai suoi sensi i rumori del mondo, potrà sempre far emergere le sensazioni sommerse del suo passato. La sua personalità si rinsalderà. La sua solitudine si farà più ampia e diverrà una casa al crepuscolo chiusa al lontano rumore degli altri. E se da questa introversione, da questo immergersi nel proprio mondo sorgono versi, allora non le verrà in mente di chiedere a qualcuno se siano buoni versi. Né tenterà di interessare le riviste a quei lavori. Poiché in essi lei vedrà il suo caro e naturale possesso, una scheggia e un suono della sua vita. Un'opera d'arte è buona se nasce da necessità. E' questa natura della sua origine a giudicarla. Altro non c'è.
[...] Guardi dentro di sé. Esplori le profondità da cui scaturisce la sua vita. A quella fonte troverà risposta alla domanda se lei debba creare. La accetti come suona, senza stare ad interpretarla. Si vedrà, forse, che è chiamato ad essere artista. Allora, badi solo al peso ed alla grandezza di ciò che scrive, senza mai pensare al premio che, può venire dall'esterno. Poiché chi crea deve essere un mondo per sé, e in sé trovare tutto.

Da "Lettera ad un giovane poeta" di Rainer Maria Rilke

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Re: Perchè la poesia

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Benigni: Poesia

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Re: Perchè la poesia

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Un passo più in su


Si è fatto un gran parlare
dei poeti nelle mansarde
di Parigi. Per indicare
un’indigenza passeggera.
O la miseria. Nessuno però
ha mai fatto notare che,
nelle mansarde, il poeta
stava semplicemente
un po’ più vicino al cielo.


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Carl Norac
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


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