Wislawa Szymborska

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Re: Wislawa Szymborska

Messaggio da leggere da essenze »

Le donne di Rubens

Ercolesse, fauna femminile,
nude come il fragore di botti.
Fanno il nido in letti calpestati,
nel sonno la bocca si apre al chicchirichì.
Le pupille rovesciate all’indietro
Penetrano dentro le ghiandole da cui
i lieviti stillano nel sangue.

Figlie del barocco, l’impasto si gonfia,
vaporano i bagni, s’arrossano i vini,
nel cielo galoppano porcelli di nuvole,
le trombe nitriscono l’allarme carnale.

O cucurbitose, o esorbitanti,
e raddoppiate dal cader dei veli
e triplicate dalla violenza della posa,
grasse pietanze d’amore!

Le loro magre sorelle si alzarono presto,
prima che nel quadro facesse giorno.
E nessuno le vide incamminarsi in fila
dal lato non dipinto della tela.

Esiliate dello stile. Costole contate,
mani e piedi d’uccello.
Provano a volare sulle scapole sporgenti.

Il Duecento gli avrebbe dato un fondo d’oro.
Il Novecento – uno schermo d’argento.
Ma il Seicento non ha nulla per chi è piatto.

Giacché perfino il cielo è convesso
convessi gli angeli e convesso il dio ―
Febo baffuto che su un destriero
sudato irrompe nell’alcova ribollente.

Wislawa Szymborska

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[Dipinto: Peter Paul Rubens]
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


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Re: Wislawa Szymborska

Messaggio da leggere da essenze »

Concorso di bellezza maschile

In tensione da mascella a tallone.
Su di lui brilla olio a profusione.
Campione viene acclamato solo chi
come una treccia è attorcigliato.

Ingaggia una zuffa con un orso nero,
minaccioso (ma comunque non vero).
Di tre grossi giaguari invisibili
si disfa con tre colpi, terribili.

Divaricato e accosciato è divino.
La sua pancia ha facce a dozzine.
Lo applaudono, lui fa un inchino
e ciò grazie alle giuste vitamine.

Wislava Szymborska
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


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Re: Wislawa Szymborska

Messaggio da leggere da essenze »

Preferisco il cinema.
Preferisco i gatti.
Preferisco le querce sul fiume Warta.
Preferisco Dickens a Dostoevskij.
Preferisco me che vuol bene alla gente,
a me che ama l’umanità.
Preferisco avere sottomano ago e filo.
Preferisco il colore verde.
Preferisco non affermare
che l’intelletto ha la colpa di tutto.
Preferisco le eccezioni.
Preferisco uscire prima.
Preferisco parlare con i medici d’altro.
Preferisco le vecchie illustrazioni a tratteggio.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie
al ridicolo di non scriverne.
Preferisco in amore gli anniversari non tondi,
da festeggiare ogni giorno.
Preferisco i moralisti
che non promettono nulla.
Preferisco una bontà avveduta a una credulona.
Preferisco la terra in borghese.
Preferisco i paesi conquistati a quelli conquistatori.
Preferisco avere delle riserve.
Preferisco l’inferno del caos all’inferno dell’ordine.
Preferisco le favole dei Grimm alle prime pagine.
Preferisco foglie senza fiori che fiori senza foglie.
Preferisco i cani con la coda non tagliata.
Preferisco gli occhi chiari perché li ho scuri.
Preferisco i cassetti.
Preferisco molte cose che qui non ho menzionato
a molte pure qui non menzionate.
Preferisco gli zeri alla rinfusa
che non allineati in una cifra.
Preferisco il tempo degli insetti a quello siderale.
Preferisco toccar ferro.
Preferisco non chiedere per quanto ancora e quando.

Preferisco considerare persino la possibilità
che l’essere abbia una sua ragione.


Wisława Szymborska
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


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Silesia
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Re: Wislawa Szymborska

Messaggio da leggere da Silesia »

Busso alla porta della pietra
- Sono io, fammi entrare.
Voglio venirti dentro,
dare un'occhiata, respirarti come l'aria.
- Vattene - dice la pietra.
- Sono ermeticamente chiusa.
Anche fatte a pezzi
saremo chiuse ermeticamente.
Anche ridotte in polvere
non faremo entrare nessuno.
Busso alla porta della pietra.
- Sono io, fammi entrare.
Vengo per pura curiosità.
La vita è la sua unica occasione.
Vorrei girare per il tuo palazzo,
e visitare poi anche la foglia e la goccia d'acqua.
Ho poco tempo per farlo.
La mia mortalità dovrebbe commuoverti.
- Sono di pietra - dice la pietra
- E devo restare seria per forza.
Vattene via.
Non ho i muscoli per ridere.
Busso alla porta della pietra.
- Sono io, fammi entrare.
Dicono che in te ci sono grandi sale vuote,
mai viste, belle invano,
sorde, senza l'eco di alcun passo.
Ammetti che tu stessa ne sai poco.
- Sale grandi e vuote - dice la pietra
- Ma in esse non c'è spazio.
Belle, può darsi, ma al di là del gusto
dei tuoi poveri sensi.
Puoi conoscermi, però mai fino in fondo.
Con tutta la superficie mi rivolgo a te,
ma tutto il mio interno è girato altrove.
Busso alla porta della pietra
- Sono io, fammi entrare.
Non cerco in te un rifugio per l'eternità.
Non sono infelice.
Non sono senza casa.
Il mio mondo è degno di ritorno.
Entrerò e uscirò a mani vuote.
E come prova d'esserci davvero stata
porterò solo parole,
a cui nessuno presterà fede.
- Non entrerai - dice la pietra.-
Ti manca il senso del partecipare.
Nessun senso ti sostituirà quello del partecipare.
Anche una vista affilata fino all'onniveggenza
a nulla ti servirà senza il senso del partecipare.
Non entrerai, non hai che un senso di quel senso,
appena un germe, solo una parvenza.
Busso alla porta della pietra.
- Sono io, fammi entrare.
Non posso attendere duemila secoli
per entrare sotto il tuo tetto.
- Se non mi credi - dice la pietra-
rivolgiti alla foglia, dirà la stessa cosa.
Chiedi a una goccia d'acqua, dirà come la foglia.
Chiedi infine a un capello della tua testa.
Scoppio dal ridere, d'una immensa risata
che non so far scoppiare.
Busso alla porta della pietra.
- Sono io, fammi entrare.
- Non ho porta - dice la pietra.

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Vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare
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Re: Wislawa Szymborska

Messaggio da leggere da essenze »

Riso

La ragazzina che ero -
la conosco, ovviamente.
Ho qualche fotografia
della sua breve vita.
Provo un'allegra pietà
per un paio di poesiole.
Ricordo alcuni fatti.
Ma, perché chi è qui con me
rida e mi abbracci
rammento solo una storiella:
l'amore infantile
di quella bruttina.
Racconto
com'era innamorata di uno studente,
cioè voleva
che lui la guardasse.
Racconto
come gli corse incontro
con una benda sulla testa sana
perché almeno, ah, le chiedesse
cos'era successo.
Buffa piccina.
Come poteva sapere
che anche la disperazione dà benefici
se si ha la fortuna
di vivere più a lungo.
Le pagherei un dolcetto.
Le pagherei il cinema.
Vattene, non ho tempo.
Eppure vedi
che la luce è spenta.
Certo capisci
che la porta è chiusa.
Non scuotere la maniglia -
quello che ha riso,
quello che mi ha abbracciato,
non è il tuo studente.
Faresti meglio a tornare
da dove sei venuta.
Non ti devo nulla,
donna qualunque,
che sa solo quando
tradire un segreto altrui.
Non guardarci così
con quei tuoi occhi
troppo aperti,
come gli occhi dei morti.

Wislawa Szymborska

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Re: Wislawa Szymborska

Messaggio da leggere da essenze »

In quanto un po' all'antica, ritengo che la lettura sia il più bel passatempo
mai escogitato dall'umanità.

[Wislawa Szymborska]
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Re: Wislawa Szymborska

Messaggio da leggere da essenze »

Ormai non saprò più
cosa di me pensasse A.

Se B. fino all’ultimo non mi abbia perdonato.
Perchè C. fingesse che fosse tutto a posto.

Che parte avesse D. nel silenzio di E.
Cosa si aspettasse F., sempre che si aspettasse qualcosa.

Perchè G. facesse finta, benchè sapesse bene.
Cosa avesse da nascondere H.

Cosa volesse aggiungere I.
Se il fatto che io c’ero, lì accanto,
avesse un qualunque significato
per J. e per K. e per il restante alfabeto.


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Re: Wislawa Szymborska

Messaggio da leggere da essenze »

Giorno afoso, una cuccia e un cane alla catena.
Poco più in là una ciotola ricolma d’acqua.
Ma la catena è corta e il cane non ci arriva.
Aggiungiamo al quadretto ancora un elemento:
le nostre molto più lunghe
e meno visibili catene
che ci fanno passare accanto disinvolti.

Wisława Szymborska

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Re: Wislawa Szymborska

Messaggio da leggere da essenze »

Qualche parola sull’anima
L’anima la si ha ogni tanto, nessuno la ha di continuo, per sempre.
Giorno dopo giorno, anno dopo anno, possono passare senza di lei.
A volte nidifica un po' più a lungo, sole in estasi e paura dell’infanzia,
a volte solo nello stupore dell’essere vecchi.
Di rado ci da’ una mano in occupazioni faticose,
come spostare mobili, portare valigie
o percorrere le strade con scarpe strette,
quando si compilano moduli, si trita la carne,
di regola ha il suo giorno libero.
Su mille nostre conversazioni partecipa ad una,
ed anche a questo non necessariamente,
poiché preferisce il silenzio,
quando il corpo comincia a dolerci e dolerci,
smonta di turno, alla chetichella, è schifiltosa,
non le piace vederci nella folla,
il nostro lottare per un vantaggio qualunque
e lo strepito degli affari, la disgusta,
gioia e tristezza non sono per lei due sentimenti diversi,
è presente accanto a noi solo quando essi sono uniti.
Possiamo contare su di lei
quando non siamo sicuri di niente e curiosi di tutto,
tra gli oggetti materiali le piacciono gli orologi
a pendolo e gli specchi,
che lavorano con zelo anche quando nessuno guarda.
Non dice da dove viene e quando sparirà di nuovo,
ma aspetta chiaramente simili domande.
Si direbbe che così come lei a noi,
anche noi siamo necessari a lei, per qualcosa.

Wislawa Szymborska

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Re: Wislawa Szymborska

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Il cielo

Stare con la mia famiglia, accarezzare il mio gatto,
bere un tè verde, leggere poesia.
"Da qui si doveva cominciare: il cielo.
Finestra senza davanzale, telaio, vetri.
Un’apertura e nulla più, ma spalancata.
Non devo attendere una notte serena,
né alzare la testa per osservare il cielo.
L’ho dietro a me, sottomano e sulle palpebre.
Il cielo mi avvolge ermeticamente e mi solleva da sotto.
Perfino le montagne più alte non sono
più vicine al cielo delle valli più profonde.
In nessun luogo ce n’è di più che in un altro.
La nuvola è schiacciata dal cielo inesorabilmente come la tomba.
La talpa è al settimo cielo come il gufo che scuote le ali.
La cosa che cade in un abisso, cade da cielo a cielo.
Friabili, fluenti, rocciose,infuocate ed eteree,
distese di cielo, briciole di cielo, folate e cataste di cielo.
Il cielo è onnipresente perfino nel buio sotto la pelle.
Mangio cielo, evacuo cielo.
Sono una trappola in trappola,
un abitante abitato, un abbraccio abbracciato,
una domanda in risposta a una domanda.
La divisione tra cielo e terra
non è il modo appropriato di pensare a questa totalità.
Permette solo di sopravvivere a un indirizzo più esatto,
più facile da trovare se dovessero cercarmi.
Miei segni particolari: incanto e disperazione".

Wislawa Szymborska

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