Di lui si dice: spazio.
Facile definirlo con una parola sola,
assai più difficile con molte.
Al tempo stesso vuoto e pieno di ogni cosa?
chiuso ermeticamente, benché aperto,
dato che nulla
può sfuggire a esso?
Dilatato all’infinito?
Ma se è finito,
con cosa, diamine, confina?
Sì, sì, d’accordo. Ma adesso dormi.
È notte e cose più urgenti domani ti aspettano
a pennello per la tua misura definita:
toccare oggetti collocati vicino,
lanciare occhiate a una distanza voluta,
ascoltare voci accessibili all’orecchio.
Be’, e in più questo viaggio da A a B.
Il decollo alle 12.40, ora locale,
e il volo sopra matasse di nuvole locali
lungo una sottile striscia di cielo,
all’infinito una qualunque.
Wisława Szymborska