Wislawa Szymborska

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smilla_e_la_neve
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Wislawa Szymborska

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Vista con granello di sabbia

Lo chiamano granello di sabbia.
Ma lui non chiama se stesso né granello né sabbia.
Fa a meno di un nome, generale o individuale,
permanente, effimero, scorretto o appropriato.
Del nostro sguardo o tocco non gli importa.
Non si sente guardato o toccato.
E che sia caduto sul davanzale
è solo un’avventura nostra, non sua.
Per lui è come cadere su una cosa qualunque,
senza la certezza di essere già caduto
o di cadere ancora.
Dalla finestra c’è una bella vista sul lago,
ma quella vista, lei, non si vede.
Senza colore e senza forma,
senza voce, senza odore e senza dolore
è il suo stare in questo mondo.
Senza fondo è lo stare del fondo del lago,
e senza sponde quello delle sponde.
Né bagnato né asciutto quello della sua acqua.
Né al singolare né al plurale quello delle onde,
che mormorano sorde al proprio mormorio
intorno a pietre non piccole, non grandi.
E tutto ciò sotto un cielo per natura senza cielo,
ove il sole tramonta senza tramontare affatto
e si nasconde senza nascondersi dietro una nuvola ignara.
Il vento la scompiglia senza altri motivi
se non quello di soffiare.
Passa un secondo.Un altro secondo.
Un terzo secondo.Tre secondi, però, solo nostri.
Il tempo è passato come un messo con una notizia urgente.
Ma è soltanto un paragone nostro.
Inventato il personaggio, fittizia la fretta,
e la notizia non umana.

Wislawa Szymborska
Se non puoi essere una via maestra, sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole, sii una stella.
Sii sempre il meglio di ciò che sei.


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smilla_e_la_neve
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Re: Wislawa Szymborska

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Vestiario

Ti togli, ci togliamo, vi togliete
cappotti, giacche, gilè, camicette
di lana, di cotone, di terital,
gonne, calzoni, calze, biancheria,
posando, appendendo, gettando su
schienali di sedie, ante di paraventi;
per adesso, dice il medico, nulla di serio
si rivesta, riposi, faccia un viaggio,
prenda nel caso, dopo pranzo, la sera,
torni fra tre mesi, sei, un anno,
vedi, e tu pensavi, e noi temevamo,
e voi supponevate, e lui sospettava;
è già ora di allacciare con mani ancora tremanti
stringhe, automatici, cerniere, fibbie,
cinture, bottoni, cravatte, colletti
e da maniche, borsette, tasche, tirar fuori
-sgualcita, a pois, a righe, a fiori, a scacchi- la sciarpa
riutilizzabile per protratta scadenza.

Wislawa Szymborska
(da "Gente sul ponte")
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Re: Wislawa Szymborska

Messaggio da leggere da smilla_e_la_neve »

Scrivere un curriculum
(da "Vista con granello di sabbia")

Che cos'e' necessario?
E' necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si e' vissuto
e' bene che il curriculum sia breve.
E' d'obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.
Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di piu' chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all'estero.
L'appartenenza a un che, ma senza perche'.
Onorificenze senza motivazione.
Scrivi come se non parlassi mai con
te stesso e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l'orecchio in vista.
E' la sua forma che conta, non cio' che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

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Re: Wislawa Szymborska

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Ringraziamento
(da "Vista con granello di sabbia")

Devo molto a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l'amore non può darlo,
nè riesce a toglierlo.
Non li aspetto dalla porta alla finestra.
Paziente, quasi come un orologio solare,
capisco ciò che l'amore non capisce,
perdono ciò che l'amore non perdonerebbe mai.
Da un incontro a una lettera
passa non un'eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate, i paesaggi nitidi.
E quando ci separano sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi che si trovano in ogni atlante.
E' merito loro se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perchè mobile.
Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.
"Non devo loro nulla" - direbbe l'amore
su questa questione aperta.

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Re: Wislawa Szymborska

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La stazione

Il mio arrivo nella città di N.
è avvenuto puntualmente.
Eri stato avvertito
con una lettera non spedita.
Hai fatto in tempo a non venire
all'ora prevista.
Il treno è arrivato sul terzo binario.
E' scesa molta gente.
L'assenza della mia persona
si avviava verso l'uscita tra la folla.
Alcune donne mi hanno sostituito
frettolosamente in quella fretta.
A una è corso incontro
qualcuno che non conoscevo,
ma lei lo ha riconosciuto immediatamente.
Si sono scambiati un bacio non nostro,
intanto si è perduta una valigia non mia.
La stazione della città di N.
ha superato bene la prova
di esistenza oggettiva.
L'insieme restava al suo posto.
I particolari si muovevano sui binari designati.
E' avvenuto perfino l'incontro fissato.
Fuori dalla portata della nostra presenza.
Nel paradiso perduto della probabilità.
Altrove. Altrove.
Come risuonano queste piccole parole.

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Re: Wislawa Szymborska

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.

Il 16 maggio 1973

Una delle tante date
Che non mi dicono più nulla.
Dove sono andata quel giorno,
che cosa ho fatto – non lo so.
Se lì vicino fosse stato commesso un delitto
- non avrei un alibi.
Il sole sfolgorò e si spense
Senza che ci facessi caso.
La terra ruotò e non ne presi nota.
Mi sarebbe più lieve pensare
Di essere morta per poco,
piuttosto che ammettere di non ricordare nulla
benché sia vissuta senza interruzioni.
Non ero un fantasma, dopotutto,
respiravo, mangiavo, si sentiva
il rumore dei miei passi,
e le impronte delle mie dita
dovevano restare sulle maniglie.
Lo specchio rifletteva la mia immagine.
Indossavo qualcosa d'un qualche colore.
Certamente più d'uno mi vide,
Forse quel giorno
Trovai una cosa andata perduta.
Forse ne persi una trovata poi.
Ero colma di emozioni e impressioni.
Adesso tutto questo è come
Tanti puntini tra parentesi.
Dove mi ero rintanata,
dove mi ero cacciata –
niente male come scherzetto
perdermi di vista così.
Scuoto la mia memoria –
Forse tra i suoi rami qualcosa
Addormentato da anni
Si leverà con un frullo.

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Re: Wislawa Szymborska

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Addio a una vista

Non ce l'ho con la primavera
perché è tornata. Non la incolpo
perché adempie come ogni anno ai suoi doveri.
Capisco che la mia tristezza
non fermerà il verde.
Il filo d’erba, se oscilla, è solo al vento.
Non mi fa soffrire che gli isolotti di ontani sulle acque
abbiano di nuovo con che stormire.
Prendo atto che la riva di un certo lago
è rimasta - come se tu vivessi ancora bella come era.
Non ho rancore contro la vista per la vista
sulla baia abbacinata dal sole.
Riesco perfino ad immaginare
che degli altri, non noi siedano in questo momento
sul tronco rovesciato d’una betulla.
Rispetto il loro diritto
a sussurrare, ridere e tacere felici.
Suppongo perfino che li unisca l'amore
e che lui stringa lei con il suo braccio vivo.
Qualche giovane ala fruscia nei giuncheti.
Auguro loro sinceramente di sentirla.
Non esigo alcun cambiamento
dalle onde vicine alla riva, ora leste, ora pigre
e non a me obbedienti.
Non pretendo nulla dalle acque fonde
accanto al bosco, ora color smeraldo,
ora color zaffiro, ora nere.
Una cosa non accetto.
Il mio ritorno là.
Il privilegio della presenza ci rinuncio.
Ti sono sopravvissuta solo
e soltanto quanto basta
per pensare da lontano.

Wislawa Szymborska
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Re: Wislawa Szymborska

Messaggio da leggere da smilla_e_la_neve »

.
Wiesława Szymborska (Bnin (Kórnik), 2 luglio 1923) è una poetessa e saggista polacca.

Premiata con il Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti, è generalmente considerata la più importante poetessa polacca vivente. In Polonia, i suoi volumi raggiungono cifre di vendita che rivaleggiano con quelle dei più notevoli autori di prosa, nonostante in un'occasione Szymborska abbia ironicamente osservato, nella poesia intitolata Ad alcuni piace la poesia (Niektorzy lubią poezje), che la poesia piace a non più di due persone su mille.

Szymborska utilizza espedienti retorici quali l'ironia, il paradosso, la contraddizione e la litote, per illustrare i temi filosofici e le ossessioni sottostanti. Szymborska è una miniaturista, le cui poesie compatte spesso evocano ampi enigmi esistenziali. Benché molte delle sue poesie siano lunghe una pagina appena, esse toccano spesso argomenti di respiro etico che riflettono sulla condizione delle persone, sia come individui che come membri della società umana. Lo stile di Szymborska si caratterizza per l'introspezione intellettuale, l'arguzia e la succinta ed elegante scelta delle parole.

« La poesia -
Ma cos'è mai la poesia?
Più d'una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
come alla salvezza di un corrimano. »
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Silesia
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Iscritto il: 16/09/2010, 16:38

Re: Wislawa Szymborska

Messaggio da leggere da Silesia »

Nella moltitudine

Sono quella che sono.
Un caso inconcepibile come ogni caso.
In fondo avrei potuto avere altri antenati,
e così avrei preso il volo da un altro nido,
così da sotto un altro tronco
sarei strisciata fuori in squame.
Nel guardaroba della natura
c’è un mucchio di costumi:
ragno, gabbiano, topo di campagna.
Ognuno va subito a pennello
ed è portato docilmente finché si consuma.
Anch’io non ho scelto, ma non mi lamento.
Potevo essere qualcuno molto meno a parte.
Qualcuno d’un formicaio, banco, sciame ronzante
una scheggia di paesaggio sbattuta dal vento.
Qualcuno molto meno fortunato,
allevato per farne una pelliccia,
per il pranzo della festa,
qualcosa che nuota sotto un vetrino.
Un albero conficcato in terra, a cui si avvicina un incendio.
Un filo d’erba calpestato
dal corso di incomprensibili eventi.
Uno nato sotto una cattiva stella, buona per altri.
E se nella gente destassi spavento,
o solo avversione, o solo pietà?
Se al mondo fossi venuta nella tribù sbagliata
e avessi tutte le strade precluse?
La sorte, finora, mi è stata benigna.
Poteva non essermi dato il ricordo dei momenti lieti.
Poteva essermi tolta l’inclinazione a confrontare.
Potevo essere me stessa – ma senza stupore,
e ciò vorrebbe dire qualcuno di totalmente diverso.

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Re: Wislawa Szymborska

Messaggio da leggere da essenze »

.
La poesia dal silenzio di Wislawa Szymborska

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Di fronte alla morte di un poeta non si sa mai cosa scrivere. Il vuoto lasciato da una vita che si spegne, la vita stessa e la poesia non si lasciano spiegare, semmai sentire, ed è un’opportunità tutta da cogliere.

L’eredità culturale e spirituale di Wislawa Szymborska, morta il 1 febbraio ad 88 anni (l’annuncio è stato dato online dall’Istituto Polacco di Roma) forse è proprio questa: raccontare il paradosso che è in tutte le cose, nelle sfumature del quotidiano, nelle pieghe del vivere di ciascuno, attraverso i versi, la musicalità di una poesia semplice, lineare, che parte del quotidiano ma ha il sapore dell’eternità.

Ironica, curiosa, tagliente, crudele e tenera al contempo, la Szymborska è stata poetessa e filologa, prolifica traduttrice nata nella cultura del realismo socialista, una vita spesa per la letteratura.

“La poesia nasce dal silenzio”, è una frase che le attribuiscono in molti; e infatti fu proprio una certa riservatezza, un carattere schivo e timido, riluttante alle celebrazioni e agli incontri in pubblico, a caratterizzarla. Difficilmente rilasciava interviste, neanche dopo l’assegnazione del Premio Nobel per la poesia nel 1996, o partecipava a reading delle sue composizioni: piuttosto preferiva girare per le scuole della sua Polonia, incontrare studenti e ragazzi, per parlare del valore della poesia, in questo tempo che pare averla dimenticata.

Io l’ho scoperta per caso, quasi incontrata, di quelle epifanie che nella vita significano sempre qualcosa di profondo: La Cipolla, sonetto dedicato al diamante bianco della cucina, a quel tubero luminose che unisce consistenza e piccantezza, materia e spezia, e che fonde un sapore forte e deciso da cruda, per poi fondersi in un cuore morbido e dolcissimo da cotta.

Wislawa Szymborska, come una miniaturista della parola, guarda il reale, osserva il quotidiano, ma non lo trasforma per sopportarne le fattezze; semmai alza quel velo apparente che ricopre tutte le cose, per ri-vederle con rinnovato ottimismo, messe a fuoco da una luce più vera e feconda.

Forse è questa la più grande capacità dei poeti. Sempre capaci di stupirsi, e Szymborska appare così anche per la critica che la ama e la incorona tra i più grandi del Novecento, già prima del Nobel: una moderna Alice di Lewis Carrol, che si meraviglia di fronte a tutto, a quanto esiste di più semplice e lo mette in poesia. E la poesia, davvero lei non sa spiegare. Il suo mistero, il suo fine ultimo; perchè è inafferrabile, come la vita. Ha scritto Borges: “Non possiamo definirla proprio come non possiamo definire il gusto del caffè, il colore rosso o l’amore per il nostro paese. Sono cose così profonde dentro di noi, che possono essere espresse solo da quei simboli comuni che tutti condividiamo”.

E’ lo spirituale che antepone davanti a tutto, la poetessa incantevole delle piccole cose: liriche brevi, talvolta brevissime e fulminee come aforismi, che parlano con empatia al cuore della gente, dei suoi lettori. Lettori che oggi la piangono commossi, a cui mancherà la sua ironia intelligente, quel distacco apparente usato per raccontare l’incanto di ogni vita umana.

Una poesia, uno stile che sembrava dire: “Apri gli occhi!”. L’unico, vero segreto, appare essere nel dualismo: tòcchi lievi e profondi, talvolta più scuri e duri come la realtà difficile da comprendere, poi più chiari e luminosi, intrisi di speranza.

E’ stato così, nella poesia di Wislawa Szymborska, fin dalle sue prime raccolte: “Richiamo dello Yeti”, “Sale”, “Gran divertimento”, fino all’ultima raccolta pubblicata, nel 2006, dal titolo “Due punti”. Emozioni da vivere, o rivivere, con uno scrigno prezioso come la raccolta completa delle sue poesie, le Opere pubblicate da Adelphi appunto, da tenersi accanto perchè fanno bene all’anima.

Wislawa Szymborska ha regalato al mondo, ma lei non avrebbe voluto sentirselo dire, una poesia che illumina, svela, rivela, trascende. Parole che brillano come bagliori, per tutti, per tutti coloro che vi si accostano.

http://www.dirittodicritica.com/2012/02 ... ska-34185/
Aida Antonelli
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


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