Olavo Bilac

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Re: Olavo Bilac

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Delle altre so che si mostrano meno rigide

Di altre so che si mostrano meno rigide,
amando meno ciò che tu sembri amare.
Spensano tutte lacrime e preghiere care:
tu, aspre risate e ironie gelide.
Così sfuggi l’attenzione che ti ho dato,
con tal perizia il mio inganno tessi,
che, se gelato il cuore m’avessi,
di certo, adorata, più ardore avrei mostrato.
Ti guardo: cieca al mio sguardo diventi ...
ti parlo - e con che fuoco si leva il mio canto! -
Invano ...ti fingi sorda alle mie frasi vanenti ...
Sorda: e non senti il mio amaro pianto!
Cieca: e non vedi la pena che porti nei venti,
l’antica pena che doleva tanto!

Olavo Bilac
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


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Re: Olavo Bilac

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Se lo sguardo del mondo infine penetrasse

Se lo sguardo del mondo infine penetrasse
il tuo grande amore che è il tuo maggior segreto,
che cosa perderesti, se lieto
tutto il bene che senti si mostrasse?
Basta inganni! Mostrami nel tuo possesso
agli uomini, affrontandoli faccia a faccia:
voglio che ogni uomo quando passo,
invidioso, mi punti il dito, ma taccia.
Non posso più! Sono così colmo
di questo amore, che la mia anima è come
lacera d’esaltarti agli occhi dell’universo ...
Sento in tutto il tuo nome e di tutto mi calmo:
e, stanco di non parlare il tuo nome,
quasi lo rivelo alla fine di un verso.

Olavo Bilac
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Re: Olavo Bilac

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Tutti questi elogi, ben lo vedeste

Tutti questi elogi, ben lo vedeste,
non seppero cambiarmi l’aspetto consueto
solo mi turbò quell’elogio discreto
che nel volgermi gli occhi traduceste ...
Fortuna aver capito il mio affetto
e, attraverso queste rime, presentiste
che il mio cuore palpitava, triste,
e il male che avevo dentro, e il difetto.
Ah, povero me, se di lacrime inutili
questi versi bagnassi, bramando
della sciocca turba applausi futili!
Sarei appagato, se un’occhiata gli dareste:
li scrissi pensando a voi, pensando
al più puro splendore donde veniste.

Olavo Bilac
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Re: Olavo Bilac

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Sognai che mi aspettavi

Sognai che mi aspettavi. E, sognando,
uscii fuori, tanto ansioso per vederti: correvo ...
E, al vedere che così di corsa stavo andando,
tutti seppero del posto verso cui volgevo.
E ogni cosa mi parlò, ogni cosa! Ascoltando
i miei passi, attraverso le ramaglie,
alcuni uccelli risvegliati in coro tra le foglie
trillarono: “Vai in fretta! Vai, ora così fecondo!”
Irruppe il chiaro di luna: “Aspetta! che ti seguo:
voglio anch’io carezzare il suo viso”
E replicò il profumo: Vai, che anch’io languo!”
E arrivai. E, all’arrivo, una stella con un sorriso
mi disse: “Come sei felice! la tua gioia distinguo
perché la sua voce, il suo amore, hai conquiso!”

Olavo Bilac
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Re: Olavo Bilac

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Ebbene (diresti) ascoltare stelle

“Ebbene (diresti) ascoltare stelle! Di sicuro
perdesti il senno!” E io ti dirò, intanto,
che, per sentirle, molte volte resto allo scuro
e apro le finestre, pallido di spavento ...
E conversiamo tutta la notte, fintanto
la Via Lattea, come un palio aperto,
scintilla. E, all’alba, nostalgico e in pianto
vado a cercarle per il cielo deserto.
Tu ora diresti: “scriteriato amico!
Che conversi con loro? Che senso antico
si cela nel loro dire, nel loro parlato?”
E io ti direi: “Amai per capire le loro fiammelle!
Perché solo chi ama può essere ascoltato,
capace d’ascoltare e intendere le stelle.”

Olavo Bilac
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Re: Olavo Bilac

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Vivere non potrei senza che il fiele provassi

Vivere non potrei senza che il fiele provassi
di quest’altro amore che ci perverte e insana:
perché uomo sono, e l’uomo non passi
vergine di tutto nella vita umana.
Perché tanto serpente atro e profano
dentro l’anima lasciai che s’animasse?
Perché, ardendo d’arido malsano,
diedi labbra impure alle mie facce fisse?
Dopo le labbra avide e ardenti,
sentii – duro castigo alle mie cupide braci -
il taglio sottile di perversi denti ...
E non posso da quelle facce stranite
cancellare le tracce di questi baci
e i segni sanguinolenti di queste ferite!

Olavo Bilac
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Re: Olavo Bilac

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Andando oggi, aprendo il libro del passato

Andando oggi, aprendo il libro del passato,
io le ricordo e mi punge il loro ricordo;
le ricordo, e le vedo come quando le vidi a lato,
chi cantando, chi con gemito assurdo.
Alcune, di dolce sguardo pietoso e lindo,
sotto le rose di neve delle cappelle;
altre, con labbra di corallo, sorridendo,
nudo il seno, lubriche e belle ...
Tutte, formose come te, arrivarono,
se ne andarono ...e andando nel mio seno
tutto il veleno della passione lasciarono.
Ma, ah! Nessuna ebbe il tuo incanto,
né sguardo come questo sguardo, così pieno
di luce, così vivo, che bruciasse tanto!

Olavo Bilac
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Re: Olavo Bilac

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Là fuori, la voce del vento ulula e scocca

Là fuori, la voce del vento ulula e scocca!
Tu, la testa sulla mia spalla inclinata,
e questa bocca vermiglia e passionata
a sorridere, s’approssima alla mia bocca!
Che io riposi il viso ansioso e alienato
sul tuo seno, più bianco della nebbiolina,
che nella vernale mattina, umida e fina,
tocchi le cime verdeggianti del prato!
Sciolta le trecce ora, come un manto!
Canta! Cullami il sonno con il tuo canto!
Ed io, ai raggi quieti di questo guardare,
possa dormir tranquillo come un rio
che, in notti calme, taciturno e restio,
dorme ai raggi d’argento del lunare! ...

Olavo Bilac
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Re: Olavo Bilac

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In queste notti fredde e brumose

In queste notti fredde e brumose
meglio si può amare, mia Ardita!
Non una stella pallida, smarrita
nella nebbia, apre le palpebre timorose ...
Ma un acceso profumo di rose
corre sul volto della terra assopita ...
e la nebbia cresce e in gruppi ripartita,
riempie l’aria d’ombre vaporose:
ombre erranti, corpi nudi, ardenti
carni lascive ...un rumore vibrante
di lunghi attriti e baci bollenti ...
E i cieli s’estendono, palpitando, pieni
della tepida bianchezza folgorante
di un turbinio di braccia e di seni.

Olavo Bilac
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Re: Olavo Bilac

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Dormi

Dormi ...Ma che sussurro ha irrorato
la Terra ridesta? Che rumore elevano
le stelle, che nell’alto della Notte levano
strette, lucendo, una trama di broccato?
È la mia poesia! Pulsa in lei la mia vita,
falena che la malinconia solleva
dal mio petto e va a dimorar longeva
dentro i tuoi sogni, colomba assopita!
Dormi, coi seni nudi sul cuscino
sciolto il nero capello ...ora correndo
a giocherellare, sottile sul tuo corpo supino.
Bacio il tuo labro tepido e superno
risalire, discendere, il tuo alito sorbendo,
perché sorge sì presto la luce del giorno?!

Olavo Bilac
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