Vincent Van Gogh

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Vincent Van Gogh

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I suoi dipinti sono i più valutati del mondo, ma quando era in vita, su 900 opere ne vendette solo una.
Un personaggio controverso, un artista incompreso.
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Vincent Van Gogh
Autoritratto
1887
Olio su tela, 42x33,7 cm
Chicago, Art Institute
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
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Re: Vincent Van Gogh

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Vincent van Gogh "Iris" (1889) 71 cm × 93 cm
J. Paul Getty Museum, Los Angeles
Interpretato più volte come simbolo della diversità dell'artista,
pensabile come l'iris bianco tra gli altri fiori viola.
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Re: Vincent Van Gogh

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la camera da letto ad arles ( van gogh )

una stanza, apparentemente vuota, piena di una vita.
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Silesia
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Re: Vincent Van Gogh

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La Mousmé

Vincent Van Gogh
....emergono gli elementi tipici dell'arte di Van Gogh, il movimento è dato dai colori del vestito e l'originale reinterpretazione della pittura giapponese.
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Silesia
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Re: Vincent Van Gogh

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"Il ritratto del dottor Gachet" eseguito da Van Gogh nel 1880, in cui il medico sembra avere tutti i simboli della malinconia descritti nel suo studio

Che cos’è la malinconia?

Dalla tesi di laurea del medico di Van Gogh una definizione del male “diffuso in tutta la natura”
Paul-Ferdinand Gachet

Temperanza del corpo e dell’anima: questa è per l’uomo la legge di un equilibrio stabile. Non ci sarebbero più allora in lui e tra i suoi simili né malati né folli. Ma al posto di questo cosa abbiamo invece?
L’accrescimento nell’uomo che vive in società delle sue infermità morali e fisiche, la diminuzione della longevità umana, la degenerescenza, l’impoverimento, l’imbastardimento delle razze.
E’ noto che i nostri padri erano più robusti e più forti di noi. E’ noto che vi erano meno folli e suicidi in altri tempi di quanti ce ne sono oggi (…) Non vogliamo essere accusati di avere uno spirito retrogrado o nemico del progresso; ma tuttavia dobbiamo ammettere che la civiltà, il progresso si portano appresso un interminabile corteggio di mali. La storia è qui per istruirci. Quale è stato il momento del marasma, della decadenza della Grecia e di Roma? Quello del loro apogeo, della loro civiltà. Non so quale storico ha sagacemente scritto che un popolo non è mai così vicino alla propria rovina come quando si avvicina al massimo della propria civilizzazione (…)
La civiltà, il lusso, l’accresciuto benessere materiale, la fonte di nuovi bisogni e di piaceri divenuti indispensabili, rimpiazzano la semplicità dei tempi antichi. E con essi, la mollezza e la pigrizia, che producono l’atrofia, l’insterilimento del popolo che aveva donato delle leggi al mondo (…) Quale furore ci spinge verso il declino? La legge inesorabile che regge tutte le cose, e tutti gli esseri. Sic fata voluere, dicevano gli antichi (…) Anche senza andare così lontano, cosa troviamo ripiegandoci sul piccolo angolo della nostra sfera territoriale, ad esempio nel nostro paese? (…) Malthus nella sua curiosa opera ci dimostra che, senza alcun ostacolo, la popolazione cresce in proporzione geometrica di 2, 4, 8. Mentre i mezzi di sussistenza non offrono che un rapporto di 2, 3, 4, cosa che non di meno produrrebbe una crescita quasi illimitata della popolazione (…) Secondo Malthus le cause di questo fenomeno sono di due ordini:
Gli ostacoli preventivi alle nascite;
Gli ostacoli repressivi che diminuiscono la longevità umana.
Tra i primi ci sono il celibato, la deboscia, la miseria. Questi elementi primordiali portano con sé l’incontinenza, la prostituzione, la poligamia. Tra i secondi compaiono le conseguenze delle infrazioni alle leggi di natura, la scarsa igiene, le abitazioni insalubri, l’aria inquinata, l’insufficienza del vestiario, la fame o un’alimentazione insufficiente, l’ubriachezza, l’intemperanza… e aggiungiamo a queste cause le cause morali (…) Avremo così delle cause di diverso ordine che scaturiscono dai nostri costumi, dalle nostre passioni, dal nostro stato sociale. Possiamo riassumerle in due specie:
Quelle che cadono sotto i nostri sensi e che sono tangibili generano le malattie fisiche;
Quelle che non affettano i nostri organi, e che sono immateriali, generano le cosiddette malattie mentali.
Che sia tuttavia chiaro che noi siamo forzati a stabilire questa partizione da esigenze di analisi, ma che da questo non inferiamo che cause morali non possano produrre altro che malattie morali e cause fisiche soltanto malattie fisiche. Essendo l’uomo un’unità sotto ogni aspetto, i suoi differenti elementi possono produrre reazioni differenti che talvolta, partendo dall’intelligenza, affetteranno il corpo, talaltra, invece, partendo dal corpo lederanno gli organi; le une e le altre di queste cause agiscono di concerto, oppure associate in questa o quella proporzione, saranno di natura tale dal portare offesa alle leggi che presiedono all’equilibrio di questa stessa unità, ferme restando le individualità, creando in tal modo delle condizioni anormali. A partire da questo momento, l’uomo malato esiste.
Delle lesioni materiali, la febbre, un’emorragia, una congestione di questo o quell’organo, ci indicano che l’equilibrio è rotto in seno all’economia fisica, che la forza vitale che presiede agli atti e ai movimenti è disturbata, modificata, lesa. Ma se in assenza di questi sintomi solo le funzioni dell’intelligenza vengono turbate; se la vita di relazione dell’uomo con i suoi simili e il mondo esterno è minacciata o annientata, e questo a danno delle leggi di natura e del più tenace di tutti gli istinti, quello di conservazione; se, in una parola, il soggetto non sembra più godere di tutta la potenza di scelta che possiede allo stato normale, su se stesso, sui propri istinti, sugli oggetti esterni, sui suoi simili; se infine non sembra più possedere l’integrità della propria volontà, del suo libero arbitrio, si dice allora che è pazzo; che egli non è più come dicono i giuristi compos mentis. Ha perduto la ragione, e con essa il diritto di deliberazione, non solo su se stesso, ma sugli altri (…)

La malinconia è diffusa in tutta la natura. Ci sono degli animali, dei vegetali ed anche delle pietre che sono malinconici.

Quando essa si manifesta, sembra che la creatura s'ispessisca, che si stringa su se stessa, che si raggomitoli e che debba occupare il minor posto possibile nello spazio. L'atteggiamento del malato è assai particolare. Il tronco sempre piegato sul bacino, le braccia portate verso il petto; le dita raggrinzite, piuttosto che piegate. La testa china a metà sul petto e leggermente inclinata sia a destra che a sinistra. Tutti i muscoli del corpo, soprattutto i flessori, sono in una semi-contrattura permanente. I muscoli sopracciliari, contratti in maniera permanente, sembrano nascondere l'occhio e aumentano la sua cavità. La bocca è chiusa in una linea dritta, sembra che le labbra siano scomparse. Lo sguardo è fisso, inquieto, obliquo, diretto verso il basso o di lato.

Sembra che ci sia in tutto l'essere un ostacolo che ha rallentato, diminuito, o addirittura impedito completamente il movimento vitale. Di fronte a questo ostacolo, il pensiero, il movimento si scontrano senza fine. Questo stato costante, permanente, concentrico e indefinito di incubazione è il punto culminante, la pietra di paragone di ogni delirio malinconico. Ad un alto grado, la creatura malinconica assume tutti i caratteri dell'inerzia più completa. Il principio vitale, che presiede a tutto l'essere, tace, ed assieme a lui gli organi, i sensi, la mente, gli istinti e le passioni sono colpiti da mutismo. L'uomo assomiglia a un vegetale, a una pietra.
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Re: Vincent Van Gogh

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Van Gogh - Portrait of Pere Tanguy 1887-8
Parigi Musèe Rodin

Le stampe rappresentate sono tutte realmente esistenti o riconoscibili alla produzione dei grandi maestri giapponesi. Sulla sinistra spicca La cortigiana Tukao, il ciliegio in fiore alto a destra- che offrirà importanti spunti al pennello di Van Gogh. L'artista ha una grande passione per la cultura giapponese E certo questo il motivo che non solo lo spinge a inserire una serie di stampe orientali come sfondo del ritratto dell'amico ma anche a gestire l'intera composizione e la semplificazione formale propria dell'arte nipponica La figura, incisa nel colore, dell'uomo in primo piano partecipa all'atmosfera suggerita dalle stampe alle sue spalle. Nella parte alta spicca la sagoma del monte Fuji che, simbolicamente sovrasta la testa del protagonista, quasi incoronandolo.
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Re: Vincent Van Gogh

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barche di pescatori sulla spiaggia

Vincent Van Gogh
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Re: Vincent Van Gogh

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Vecchioni canta Vincent Van Gogh

La visione delle cose è sempre unica, un'impronta digitale direi. Provate a far vedere una macchia su un foglio a più persone, tutti diranno cose diverse, molte volte incomprensibili agli altri. Tutto è sempre filtrato dallo specchio dei nostri occhi, anche quando guardiamo la stessa cosa. Anche un semplice oggetto non è oggettivo se incastrato dentro le nostre emozioni. Se ogni giorno cambiamo, anche i dipinti che sono sempre gli stessi, cambiano, come cambia la visione del mondo crescendo.
Se non puoi essere una via maestra, sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole, sii una stella.
Sii sempre il meglio di ciò che sei.


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Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione.
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Re: Vincent Van Gogh

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Ciò che desidero, è che tutto sia circolare e che non ci sia,
per così dire, né inizio né fine nella forma,
ma che essa dia, invece,
l'idea di un insieme armonioso, quello della vita.

*Vincent Van Gogh*
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Vincent van Gogh "La meridiana o la siesta"
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Re: Vincent Van Gogh

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"Seguo con ansia il succedersi delle stagioni:
ho visto sbocciare tutti i fiori della primavera,
gli alberi coprirsi di foglie e non so,
ho come un presagio triste,
forse per me sarà l' ultima"

(Vincent Van Gogh - "Epistolario", Lettera al fratello Theo)
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Vincent Van Gogh - "Campo di papaveri", 1889
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