Eduardo De Filippo

Avatar utente
smilla_e_la_neve
Messaggi: 1365
Iscritto il: 18/06/2010, 23:09

Eduardo De Filippo

Messaggio da leggere da smilla_e_la_neve »

.
Eduardo De Filippo, ovvero una persona di famiglia


Immagine
Da bambina la festività natalizia iniziava l’8 dicembre, quando in un angolo del salotto vedevo allestire da mio padre il tradizionale presepe, così carico di significati e magia, mentre nell’aria si iniziava a respirare il profumo degli struffoli, dei roccocò e dei taralli – cioè i tipici dolci natalizi che si preparavano per quelle giornate di “gioia”, da trascorrere in casa coi parenti – e per le strade si ascoltavano gli zampognari con le loro litanie. Quindi, quasi a scandire un rituale non meno sacro degli altri, non mancava mai – tra un giro di tombola o di tornei di scopa – una serata in cui, prima o poi, le famiglie napoletane avrebbero riso e riflettuto vedendo Natale in casa Cupiello, l’esilarante e veritiera commedia di Eduardo De Filippo. Perché, come scrive Maurizio Giammusso, «Eduardo non è stato solo un gigante del teatro e un protagonista della cultura italiana del Novecento, è stato un uomo importante anche per il costume di un’epoca perché è entrato come pochi altri personaggi (Anna Magnani, Fausto Coppi, Federico Fellini) negli affetti familiari e nell’immaginario di tanti italiani». Infatti, l’attore commediografo napoletano con le sue commedie entrava nelle case, attraverso la televisione, come una persona di famiglia che con la sua ironia allieta e insegna, comprende e consiglia, ma soprattutto parla una lingua comune, fatta non solo di parole dialettali ma di sapori, odori, musiche che a Napoli chiameremmo tradizioni, che solo chi ha nel sangue sa riconoscere e distinguere. Eduardo nelle sue produzioni trasmette la napoletanità, la quotidianità e quegli spaccati di vita vissuta che perfino Goethe, osservando il popolo napoletano, vedeva come scene da commedia «da rappresentarsi con successo in qualsiasi teatro». Eppure quello di Eduardo è stato considerato subito ben altro che semplice teatro popolare, in quanto le sue commedie hanno dato origine all’unico teatro italiano di massa, perché insieme regionale e nazionale, popolare e borghese. Già nel 1956 Corrado Alvaro definiva Eduardo «il napoletano che si trova a impersonare l’uomo di oggi», ovvero «l’eroe di tutti i giorni». Sicché volendo indicare all’estero un teatro che trasmette «l’essenza della vita italiana dopo la guerra», sceglieremmo senza dubbio Eduardo che «sotto la favola scenica» proietta «la favola della vita italiana». Inoltre «se il linguaggio di queste opere», scrive Giulio Trevisani, «è fondamentalmente dialettale, e napoletana è l’ambientazione, lo spirito che le anima è universale ed è questa la caratteristica che ha dato al teatro di Eduardo il segno della poesia e il diritto di cittadinanza nel teatro di ogni Paese». Questo perché fu scopo e merito suo l’aver svincolato la più brillante tradizione napoletana della commedia dell’arte dall’ambito locale e folcloristico, per avvicinarla alle più elevate forme del teatro contemporaneo. E determinante per ciò fu il suo incontro con Pirandello – avvenuto nel 1933 al teatro Sannazzaro – del quale mise in scena Il berretto a sonagli, il cui rivoluzionario teatro gli apriva ampi spiragli di riflessione su i coevi temi della solitudine e incomunicabilità dell’uomo moderno, oltre a sensibilizzarlo sul ruolo e le forme dell’operato artistico in una società che, sempre più, richiedeva schieramenti politici precisi, perfino a chi come lui si dichiarò nelle sue finalità al di sopra di ogni strumentalizzazione ideologica.

Fonte
Se non puoi essere una via maestra, sii un sentiero.
Se non puoi essere il sole, sii una stella.
Sii sempre il meglio di ciò che sei.


Immagine

Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione.
Avatar utente
essenze
Amministratore
Messaggi: 12121
Iscritto il: 18/06/2010, 19:48

Re: Eduardo De Filippo

Messaggio da leggere da essenze »

Io ti dico che l’uomo è Uomo quando non è testardo.
Quando capisce che è venuto il momento di fare marcia indietro, e la fa.
Quando riconosce un errore commesso se ne assume le responsabilità, paga le conseguenze, e cerca scuse.
Quando riconosce la superiorità di un altro uomo e ce lo dice.
Quando amministra e valorizza nella stessa misura tanto il suo
coraggio quanto la sua paura.

- Eduardo De Filippo -
Immagine
.
Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


Immagine
Avatar utente
essenze
Amministratore
Messaggi: 12121
Iscritto il: 18/06/2010, 19:48

Re: Eduardo De Filippo

Messaggio da leggere da essenze »

Eduardo De Filippo

Il pubblico
"La storia del mio lavoro termina con la parola fine, scritta in fondo all'ultima pagina del copione; poi ha inizio la storia del nostro lavoro, quello che facciamo insieme noi attori e voi pubblico, perché non voglio trascurare di dirvi che non solo quando recito, ma già quando scrivo il pubblico io lo prevedo. Se in una commedia vi sono due, cinque, otto personaggi, il nono per me è il pubblico: il coro. È quello a cui do maggiore importanza perché è lui, in definitiva, a darmi le vere risposte ai miei interrogativi"
Immagine
.
Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


Immagine
Avatar utente
Silesia
Messaggi: 2192
Iscritto il: 16/09/2010, 16:38

Re: Eduardo De Filippo

Messaggio da leggere da Silesia »

"Città leggendarie e saltimbanchi sovrannaturali"
Di Erri De Luca

«Di un attore si dice che deve avere presenza scenica. È il minimo e non basta. Quel piantarsi sul palco non deve solo bastare a se stesso, ma deve ordinare intorno a sé lo spazio, come fa il dolore con il corpo, che pure quando occupa la periferia di un piede lo fa diventare centro dei sensi, a forza di pulsare. Eduardo De Filippo era quella presenza che dava peso e geometria a tutti gli altri corpi intorno. Non era riducibile all'attore, al regista, al commediografo, non era somma di componenti, ma trasfigurazione di una città in macchina teatrale. Lui allestiva Napoli sul ridotto di un palcoscenico, ingrandendola. Il suo teatro è stato volontà di giustizia, di rendere giustizia all'affanno di un popolo e di un luogo, che gli affiorava in faccia a scatti, a mosse d'identità. Napoli saliva insieme a lui sui teatri del mondo. Perciò abitarla non gli poteva servire, anzi era lei, domiciliata in lui, che si spostava sul carro dei teatranti. Succede a città leggendarie e saltimbanchi sovrannaturali».
Immagine
.Immagine
Vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare
Avatar utente
essenze
Amministratore
Messaggi: 12121
Iscritto il: 18/06/2010, 19:48

Re: Eduardo De Filippo

Messaggio da leggere da essenze »

Nel 1975, Eduardo affidò al M° Roberto De Simone un manoscritto inedito con l'impegno a renderlo pubblico solo dopo la sua scomparsa. "A Luca farebbe impressione..." disse. Luca è il figlio.
Nei versi una concezione serena e rassicurante della fine. Eduardo immagina di incontrare la Morte e la vede nelle fattezze di una vecchietta, con un aspetto amorevole come può essere quello di una nonna ("mi sembrava Sant'Anna"). Lei non ha bisogno di posare la falce perchè è disarmata, ha solo le sue manine. bianche come mandorle sbucciate. Eduardo la riconosce e l'accoglie con un sorriso, non ha paura anzi, le fa quasi tenerezza.... e lei, la Morte, con atteggiamenti quasi materni sembra ricambiare, e quasi lo rassicura che se morire è un fatto ineluttabile, può rappresentare anche un nuovo inizio e gli chiede gentilmente di lasciarle la finestrella aperta, e farle così risparmiare ulteriore fatica per quando verrà e se lo porterà via "con simpatia", sotto il braccio.
E una Poesia che fa emergere un aspetto di Eduardo quasi sconosciuto: tutti lo conosciamo come un uomo dalla vita apparentemente austera e severa, proverbialmente superstizioso ("Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male.") e con un carattere non facile come può essere quello di un Artista di razza come lui. una concezione della Morte, amorevole e serena, tipicamente popolare e tipicamente napoletana.
Questo era Eduardo De Filippo, forse l'ultimo Oracolo.
Immagine
Stamattina 'a fenesta s'è araputa,
e chi è trasuto, neh?
chi s'è assettata ncopp 'o parapetto
e cu nu pizzo a riso m'ha guardato?
Andivinate! 'A Morte.
Nce voluto tiempo pe' ssapè
ch'era 'a Morte mperzona.
E già, pecchè nun era cu ll'uocchie scafutate,
cu tutt' 'e diente 'a fora e senza naso,
comme sempe hanno ditto ch'era 'a Morte!
Addo'! Ma quanno maie!...
Era 'na vicchiarella accunciulella.
Me pareva ‘a nonna, Sant'Anna.
Era, gnorsì, na faccia cummigliata
cu 'a pelle sulamente,
ma na pelle d''o culore d''a cera,
chella cera ca serve p''e cannele
ca se trovano ‘o juorno ‘a Cannelora,
e ddoie manelle ch'erano
ammennole ammunnate.
Ve ll'aggio ditto:
me pareva Sant'Anna.
M'è venuta a ffa visita e m'ha ditto: - Guagliunciè...-
Pe' na persona antica comm'a essa
so' tutte guagliuncielle,
viecchie e giovane... -Guagliunciè,
mò ce avimmo 'a vedé spisso,
accussì, a poco'a vota,
ce truvammo gusto,
trasimmo in confidenza,in simpatia,
fino a quanno te piglio sott''o vraccio
e parlanno parlanno te ne viene cu mmico.
-E va bene- aggio ditto,
Cumme site simpatica! V'aspetto.
-Quann'è ca te fa comodo,
ca nun te dongo fastidio
e ca te trovo libero
ca putimmo parlà?...
-Sempe meglio ‘e dummeneca".
-E ll'orario?"
- Verso 'e ccinch'e e mmèzza:
io songo matinante.
-Io- m'ha risposto
e l'è scappat'a rridere,
-tengo troppo che ffa',
nun dormo maje".
-Viat'a vvuie-
e me so' mis'a rridere pur'io.
-Tu pure si' simpatico...
-Grazie del complimento.
-Aspe'... - m'ha ditto pe' tramente
se ne scennev'‘a copp''o parapetto,
-che te vulevo dicere,
ca m'è scappat''e mente...
‘O ttengo mpizz''e lengua!
Ah me so' arricurdata.
Quanno vene'a dummeneca,
lass''a fenesta aperta.
Sinò tu chiude...io arapo...
Sparagnammo fatica.
E se n'è scesa.

Eduardo De Filippo
.
Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


Immagine
Avatar utente
essenze
Amministratore
Messaggi: 12121
Iscritto il: 18/06/2010, 19:48

Re: Eduardo De Filippo

Messaggio da leggere da essenze »

Immagine
Non chiamatemi senatore, ci ho messo
una vita a diventare Eduardo.
.
Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


Immagine
Avatar utente
essenze
Amministratore
Messaggi: 12121
Iscritto il: 18/06/2010, 19:48

Re: Eduardo De Filippo

Messaggio da leggere da essenze »

"Tutto ciò che percepiamo con i nostri sensi, tutto ciò che dinanzi
al nostro naso sembra essere ‘vero’ è in realtà un’illusione.
Ma questo è privilegio degli esseri umani, farsi delle illusioni."

Da "La grande magia"
Immagine

Eduardo De Filippo
.
Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


Immagine
Avatar utente
essenze
Amministratore
Messaggi: 12121
Iscritto il: 18/06/2010, 19:48

Re: Eduardo De Filippo

Messaggio da leggere da essenze »

Pasolini: E che so quelle?
Totò: Quelle sono le nuvole.
Pasolini: E che so ste nuvole?
Totò: Mah?
Pasolini: Quanto so belle, quanto so belle!
Totò: Ah straziante meravigliosa bellezza del creato.

(Tratto da "Che cosa sono le nuvole?"
Il titolo di uno dei sei episodi del film collettivo del 1967
Capriccio all'italiana)
Immagine
.
Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


Immagine
Avatar utente
essenze
Amministratore
Messaggi: 12121
Iscritto il: 18/06/2010, 19:48

Re: Eduardo De Filippo

Messaggio da leggere da essenze »

E' notte
di Eduardo De Filippo

Tutt’è silenzio dint’a sta nuttata
nun se sente nu passo ‘e cammenà.
Nu ventariello tutta na serata
pare ca me vuleva accarezzà…
E finalmente chiagno! Tu nun vide,
tu staje luntano, comme ‘o puo’ vedè?
Però t’ ‘o ddico pecché tu me cride
e si me cride, chiagne nzieme a me!
Scenne stu chianto lento, doce doce,
nun aizo na mano p’ ‘asciuttà.
Io strillo pe’ te fa’ sentì sta voce
ma tu nun puo’ sentì… c’allùcco a ffa’?
Tutt’è silenzio… ncielo quanta stelle!
Affaccete, tu pure ‘e ppuo’ vedè:
songo a migliare, e saie pecché so’ belle?
Pecché stanno luntano, comm’ ‘a tte!

1929
Immagine
.
Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


Immagine
Avatar utente
essenze
Amministratore
Messaggi: 12121
Iscritto il: 18/06/2010, 19:48

Re: Eduardo De Filippo

Messaggio da leggere da essenze »

I De Filippo, 1952.
Immagine
.
Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


Immagine
Rispondi