Fabrizio De Andrè

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Fabrizio De Andrè

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Fabrizio De Andrè

leggenda di natale




Ogni canzone è immensamente bella a modo suo, ogni canzone.
Ogni parola è un vocabolario diverso che ci lascia cadere in una "goccia di splendore"
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


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Re: Fabrizio De Andrè

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Fabrizio de André - Inverno







La neve è come il ricordo di un amore che ormai non c'è più.
Rimane li insieme a noi "nell'ombra incerta di un divenire" , candido e puro in attesa che un altro
raggio di sole splenda domani "col vento caldo di un'altra estate"...
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


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Re: Fabrizio De Andrè

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Fabrizio De Andrè - Suzanne

Lei oggi era vestita di verde, verdi i suoi occhi, e ha un sorriso per me.
Di certo, a non esser verdi eran due trecce corallo, lentiggini sulla sua pelle.
Lentiggini, che sono milioni...




Immagini tratte dallo splendido "I'm a Hotel" con Leonard Cohen, del 1983.
Film che comprende la versione originale di "Suzanne",
ma in questo video le sequenze sono diverse e il risultato è del tutto "inedito"...
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
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Re: Fabrizio De Andrè

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"Non al denaro, non all'amore nè al cielo"
Nel 1971 Fabrizio De André pubblicò l'album "Non al denaro, non all'amore nè al cielo", liberamente tratto dall'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.
De André scelse nove delle 244 poesie e le trasformò in altrettante canzoni.
Le nove poesie scelte toccano fondamentalmente due grandi temi: l'invidia (Un matto, Un giudice, Un blasfemo, Un malato di cuore) e la scienza (Un medico, Un chimico, Un ottico).
In questi due gruppi si possono scoprire delle simmetrie: il giudice perseguitato da tutti trasforma la sua invidia in sete di potere e si vendica, il chimico è tanto preso dalla scienza e dalla ricerca di un ordine perfetto da essere incapace di amare. Il malato di cuore rappresenta l'alternativa all'invidia, pur essendo in una situazione tale da poter invidiare tutti gli altri, riesce a vincere l'invidia grazie all'amore invece di lasciarsi trasportare dall'egoismo. I buoni propositi del medico vengono schiacciati dal sistema che lo obbliga a essere disonesto, mentre l'ottico vuole trasformare la realtà e mostrarci un'"altra" realtà più vera, per questo può essere accostato alle "Porte della percezione", il libro di Huxley da cui presero il nome anche i Doors.
Il titolo del libro di Huxley - peraltro - si rifà a un verso del poeta inglese William Blake:
If the doors of perception were cleansed everything would appear to man as it is: Infinite.

Il suonatore Jones è l'unico in questa raccolta di poesie a cui De André lascia il nome. Infatti, mentre nelle poesie originali di Edgar Lee Masters ogni personaggio ha un nome e un cognome, i titoli delle canzoni di De André sono generici (un giudice, un medico) per sottolineare che le storie di questi personaggi sono esempi di comportamenti umani che si possono ritrovare in ogni epoca e in ogni luogo. Il suonatore Jones, il personaggio con cui l'album si chiude, invece è unico, rappresenta l'alternativa alla vita vista come lotta per raggiungere i propri scopi. Per tutta la sua lunga vita il suonatore Jones ha fatto quello che più gli è piaciuto e per questo muore senza rimpianti.
Senza dubbio il suonatore Jones era anche il personaggio al quale De André avrebbe voluto assomigliare. Per Jones la musica non è un mestiere, è una scelta di libertà; anche De André soprattutto negli ultimi anni ha cercato di svincolarsi dalla prigione della musica come mestiere, pubblicando gli ultimi album a una distanza di sei anni uno dall'altro e riducendo le apparizioni in pubblico.

Un aspetto fondamentale dell'Antologia di Spoon River sono i legami tra i vari personaggi. Ognuno di questi cita molti altri e così è possibile vedere la stessa storia da punti di vista diversi.
Questo aspetto si perde nell'album di De André, era inevitabile riducendo la galleria dei personaggi a solo nove ritratti (anzi otto visto che la prima canzone, Dormono sulla collina, è l'introduzione a tutte le altre). Fa eccezione ancora una volta il suonatore Jones che viene citato nella prima poesia/canzone e si ritrova nella conclusione dell'album.

Le canzoni dell'album sono scritte da De André insieme a Giuseppe Bentivoglio per quanto riguarda i testi e a un giovanissimo Nicola Piovani per le musiche. È il secondo album propriamente "a tema" (oggi diremmo concept-album) di De André, dopo La Buona Novella. Gli arrangiamenti sono fondamentali, alcune delle canzoni di questo album sono tra le poche di De André che non renderebbero se accompagnate solo dalla chitarra. In particolare Un ottico parte come una classica ballata ma poi si apre a suggestioni psichedeliche e a mille voci che si rincorrono.
Proprio a causa degli arrangiamenti tanto sofisticati questi pezzi non venivano eseguiti spesso nei concerti, tant'è vero che nei vari dischi dal vivo di Fabrizio, l'unica canzone di questo album che viene riproposta è Un giudice, che la Premiata Forneria Marconi riarrangiò splendidamente negli storici concerti del 1979.


«Fabrizio ha fatto un lavoro straordinario; lui ha praticamente riscritto queste poesie rendendole attuali, perché quelle di Masters erano legate ai problemi del suo tempo, cioè a molti decenni fa. Lui le ha fatte diventare attuali e naturalmente ha cambiato profondamente quello che era il testo originale; ma io sono contenta dei suoi cambiamenti e mi pare che lui abbia molto migliorato le poesie. Sono molto più belle quelle di Fabrizio, ci tengo a sottolinearlo.
Sia Masters che Fabrizio sono due grandi poeti, tutti e due pacifisti, tutti e due anarchici libertari, tutti e due evocatori di quelli che sono stati i nostri sogni. Poi Fabrizio sarà sempre attuale, è un poeta di una tale levatura che scavalca i secoli.»
(Fernanda Pivano)

"Ha dei rimpianti?"
"No. Ho sempre impostato la mia vita in modo da morire con trecentomila rimorsi e nemmeno un rimpianto."
(Fabrizio De André, nel 1967)

«Io credo sempre nell'uomo e nelle sue risorse. Infatti ci sarà un personaggio, Jones il suonatore, che farà da contrappeso agli altri; sarà lui a indicare la vera via alla felicità. Vive in campagna, lontano da tutto e da tutti, assaporando la meravigliosa musicalità che si esprime dalla natura. La morale del "mio" Spoon River è quindi "contentarsi di poco per vivere felici". Proprio come dice Jones il suonatore...»
(Fabrizio De André in un intervista dell'ottobre 1971 )

«[Il suonatore Jones] è l'unico personaggio che viene chiamato per nome, è l'unico che afferma di aver vissuto una vita lunga e serena, senza nemmeno un rimpianto. Il musicista mostra di saper vedere meglio dell'ottico i messaggi reconditi della realtà; di saper guarire, più del medico, gli animi di chi lo ascolta regalando un sorriso; sa trovare, a differenza del matto, un proprio efficace linguaggio per esprimersi; gusta appieno la vita, come il malato di cuore non ha potuto fare e, cosa più importante, sceglie la libertà o, meglio, sceglie di vederla anche quando non è scritta. E con la vita può essere spezzato anche quello che di materiale lo ha accompagnato: il suo strumento (il violino in Masters, il flauto in De André), perché comunque il suo segno resterà.»
(Matteo Borsani - Luca Maciacchini, Anima salva, p. 81)


http://www.prato.linux.it/~lmasetti/per ... spoonriver
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Re: Fabrizio De Andrè

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Per me, una persona eccezionale è quella
che si interroga sempre, laddove gli altri
vanno avanti come pecore.

Fabrizio De Andrè
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Re: Fabrizio De Andrè

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Il canto ha infatti ancora oggi, in alcune etnie cosiddette primitive, il compito fondamentale di liberare dalla sofferenza, di alleviare il dolore, di esorcizzare il male.


○ Fabrizio De André ○
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Re: Fabrizio De Andrè

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Si lamentano degli zingari? Guardateli come vanno in giro a supplicare l'elemosina di un voto: ma non ci vanno a piedi, hanno autobus che sembrano astronavi, treni, aerei: e guardateli quando si fermano a pranzo o a cena: sanno mangiare con coltello e forchetta, e con coltello e forchetta si mangeranno i vostri risparmi.
L'Italia appartiene a cento uomini, siamo sicuri che questi cento uomini appartengano all'Italia?

☺☺☺
(scritta autografa visibile sul sito della Fondazione Fabrizio De André)

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Scootostulp
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Fabrizio De Andre

Messaggio da leggere da Scootostulp »

Ciao a tutti,ho un problema che mi assilla da diverso tempo.
Sto ascoltaldo una canzone di Fabrizio De Andrи intitolata Khorakhanи..vorrei sapere se qualcuno conosce la cantante dellultimo pezzo eseguito in lingua Rom,penso oppure se и soltanto una corista.
Esiste una versione in lingua originale???
Grazie a tutti per laiuto.
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Re: Fabrizio De Andrè

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Mi spiace Scootostulp, ma non so aiutarti.
Lasciamo qua questo messaggio sperando che qualcuno,
passando, possa farlo.

:clap:
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Re: Fabrizio De Andrè

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La canzone dell'amore perduto - Fabrizio De Andrè


In ricordo di una persona particolare, unica, ribelle.
La sua voce e i suoi pensieri mi hanno accompagnata in sordina lungo il cammino della mia esistenza. Grazie Fabrizio
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