Santuario dell' Incoronata

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Santuario dell' Incoronata

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Le leggende del Santuario dell' Incoronata.

Una prima leggenda narra che uno dei signori delle Puglie, una notte, sognò un bellissimo daino che fuggiva nel bosco, seguito da fasci di luce. Destatosi dal sogno, il signore partì alla volta del bosco, mosso dalla curiosità; inoltrandosi nel fitto verde, giunse alla conclusione che la luce proveniva da una quercia, ai piedi della quale si gettò, quando sentì risuonare nell’aria la voce della Madonna, la quale gli chiese di far erigere, proprio in quel punto, una cappella in suo onore. In quel momento, giunse sul posto un pastore con il suo gregge; arrivato alla quercia, appese ai suoi rami una lanterna con dell’olio, in segno di riverenza. Secondo la leggenda, quell’olio rimase intatto per interi anni. Dunque, il signore fece erigere lì una cappella – come gli era stato comandato dalla Vergine -.

Una seconda versione della leggenda narra che un sabato di aprile, un conte radunò i suoi uomini per inoltrarsi nella selva; questi, però, vedendo del fuoco provenire dagli alberi, sconsigliarono al loro padrone di continuare il cammino. L’uomo, però, sembrò non rendersi conto del pericolo, dunque continuò il suo percorso da solo. Tornati al villaggio, gli uomini riferirono quanto successo e, così, i figli del conte si convinsero che il padre fosse morto. In realtà, l’uomo era vivo e vegeto; quello che sembrava essere fuoco era, in realtà, un fascio di luce che conduceva ad un punto ben preciso del bosco, dove apparve la Madonna, chiedendo che fosse eretto lì un santuario in suo nome.

Quando l’uomo – del quale non è specificato il nome – tornò indietro, per raccontare quanto successo, dovette calmare gli animi dei suoi figli, che stavano discutendo per la spartizione delle terre. Questo gli fece mettere da parte la richiesta della Madonna; a causa di questa dimenticanza, fu colpito da una grave malattia, per la quale non esistevano cure. Ebbe, però, una seconda apparizione, in cui la Vergine lo perdonava per la dimenticanza. Così, diede disposizione che cominciassero i lavori della chiesa e si fece trasportare sul luogo, per assistervi.
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
(F. Nietzsche)


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