Monte Sant'Angelo

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Monte Sant'Angelo

Caratteristico centro Garganico, Monte Sant'Angelo a 843 metri d'altitudine, ai margini della foresta Umbra, è situato in una posizione panoramica su uno sperone meridionale del promontorio con la vista sul tavoliere e sul golfo di Manfredonia.
Da Foggia dista 54 Km, e da Manfredonia 15 Km. Una località piena di fascino sia per la spiritualità che emana sia per la storia che è scritta tra le sue mura, centro frequentatissimo nel medioevo da pellegrini e da crociati pronti a recarsi in terra Santa, tradizione rimasta nei secoli fino ai nostri giorni.

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Sebbene il centro urbano sia stato fondato attorno all'anno 1000, la storia di Monte Sant'Angelo è precedente di almeno cinque secoli. Secondo la tradizione agiografica, infatti, l'8 maggio del 490 l'arcangelo Michele apparve al santo vescovo di Siponto Lorenzo Maiorano e gli ordinò di dedicare la grotta al culto cristiano in suo nome. Dopo questa apparizione (detta del Toro) l'Arcangelo si manifestò al vescovo Maiorano nel 492 e nel 493.

Nel VII secolo i Longobardi, particolarmente devoti di san Michele, elevarono la grotta a loro santuario nazionale. Attraverso il tratto della Via Francigena che congiungeva la località con l'isola di Mont Saint-Michel, sul canale della Manica, si sviluppò un intensissimo flusso di pellegrini.

Saccheggiata dai saraceni nell'871, nella seconda metà del X secolo la Sacra Grotta divenne meta obbligata dei crociati diretti in Terrasanta. In quegli anni, nei pressi della grotta andava sviluppandosi il centro urbano che fra il 1086 e il 1105 divenne capitale di un vasto possedimento normanno.

Secondo la tradizione, nel 1656 durante un'epidemia di peste, l'Arcangelo si sarebbe manifestato al vescovo di Manfredonia Giovanni Alfonso Puccinelli dispensando grazie e guarigioni.
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Bisogna avere in sè il caos per partorire una stella che danzi
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Monte Sant'Angelo
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Il Castello
Posto a nord-ovest dell'abitato, l'attuale castello è il risultato di dieci secoli di storia, ma soprattutto di distruzioni, ricostruzioni e ristrutturazioni.

La così detta Torre dei Giganti: di forma pentagonale, si eleva sul lato ovest e venne eretta da Roberto il Guiscardo nel secolo XI insieme alle mura della città; oggi è inglobata in uno dei torrioni cilindrici dovuti all'intervento di Ferdinando I d'Aragona.

Il nucleo originario, la torre pentagonale detta "dei Giganti", è attribuito ai Normanni che, prima con Rainulfo conte di Aversa e poi con Roberto il Guiscardo, avrebbero eretto un edificio fortificato sul sito di un precedente impianto difensivo di epoca longobarda; al tempo di Federico II dovettero esserci interventi di una certa consistenza, come testimoniato dallo «Statutum de reparatione castrorum», e successivamente ulteriori aggiunte nel periodo angioino, oltre alla sua temporanea trasformazione in prigione. Secondo la tradizione, l'imperatore svevo vi soggiornò per alcuni anni insieme a Bianca Lancia, e vi nacquero i figli Enzo e Manfredi. Agli Aragonesi si deve invece il decisivo ampliamento e la revisione globale delle strutture, che assunsero una conformazione in linea con i tempi e con le mutate esigenze difensive; a questo periodo appartiene il torrione di testata, a forma di carena di nave, che riporta la data del 1493.
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Tra distruzioni, ricostruzioni e ristrutturazioni, in dieci secoli di storia il castello ha visto modificare la sua forma, la sua struttura e le sue funzioni. Da qualche anno sono in corso lavori di scavo archeologico che stanno cercando di fare piena luce sulle varie fasi di occupazione e di intervento, soprattutto sull’impianto difensivo originario (longobardo e normanno) e sull’intervento federiciano.

La leggenda vuole che nel castello di Monte Sant'Angelo dimori il fantasma di Biancalancia, che quì fu tenuta prigioniera. Pare la si possa vedere vestita di bianco e si possano udire i suoi lamenti, specialmente nel periodo invernale. Inoltre, sempre la leggenda vuole che la pianta selvatica che cresce sulle torri del castello, unico posto al mondo dove cresce, sia dello stesso identico colore della veste della donna, che dal torrione principale fu vista gettarsi nel vuoto.
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Il Santuario


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Il santuario presenta all'esterno un doppio portale gotico (la parte sinistra è un'imitazione ottocentesca di quella di destra che è del trecento) in cui si apre l'accesso a cinque rampe di scale che si sprofondano nella roccia per condurre all'atrio interno della chiesa con portale romanico provvisto di porte bronzee realizzate a Costantinopoli nel 1076 donate dal nobile amalfitano Pantaleone III. All'interno ad una navata con volte ogivali della chiesa è collegato (sul lato destro) la grotta del santuario primitivo, ricco d'opere d'arte, tra queste la statua marmorea dell'arcangelo è attribuita ad Andrea Sansovino (XVI) e la sedia episcopale marmorea del XII sec., su due leoni accovacciati. Sulla sinistra dell'altare dell'Arcangelo si trova l'altare della Madonna, con tre sculture in pietra sulla parete: la Trinità del XI sec., la Madonna delle Grazie e S. Matteo.
Nel museo sito all'interno del santuario sono presenti alcuni reperti di frammenti scultorei rinvenuti dagli scavi e dalle varie campagne di restauri effettuati nella basilica di san Michele, altri reperti provengono dalla vicina Abbazia di Santa Maria di Pulsano.
Di particolare interesse i resti dell'ambone (1041), scolpito dall'arcidiacono Acceptus (il più antico scultore romanico pugliese di cui si conosca il nome, a lui è stato attribuito anche il leggio e l'ambone della Cattedrale di Canosa di Puglia), composto dal leggio, dall'aquila e dai capitelli.
Del sec. XII sono i resti della poco lontana chiesa di S. Pietro, che contiene la cosiddetta Tomba di Rotari (Re Longobardo), forse un antico battistero romanico, con uno splendido portale finemente scolpito.
Nei presi di S. Pietro è la chiesa di S. Maria Maggiore con facciata ricca di elementi del romanico pisano e all'interno affreschi di derivazione bizantina (sec. XII-XIV). A nord-ovest dell'abitato troviamo il castello, con torre normanna voluta da Roberto il Guiscardo, restaurato nel XIII sec. da Federico II e successivamente alla fine del sec. XV.
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II borgo medievale è costituito dal rione « Junno » con archi, scalinate e casette dalle bianche pareti costruite a gradoni sui fianchi della montagna San Giovanni Rotondo
II nucleo antico sorge alla estremità est dell'abitato ove sorge la Chieselta di San Giovanni della Rotonda.
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Monte Sant’Angelo città patrimonio dell’Unesco
Foggia – “NON ci sono parole per descrivere la gioia e la soddisfazione per lo straordinario traguardo raggiunto nella serata di ieri da Monte Sant’Angelo. Un risultato storico, di cui l’intera Capitanata è orgogliosa”. È il primo commento del presidente della Provincia, Antonio Pepe, alla decisione assunta nella tarda serata di ieri dal Comitato dell’Unesco, riunito a Parigi per deliberare l’istituzione di sette nuovi siti italiani “patrimonio mondiale dell’umanità”, tra i quali figura anche Monte Sant’Angelo.
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«È un riconoscimento alla valenza culturale, storica, religiosa, paesaggistica ed ambientale di Monte Sant’Angelo e più in generale della provincia di Foggia – afferma il presidente Pepe – Un tributo alla vocazione del territorio ma anche un premio all’intenso lavoro condotto dall’Amministrazione comunale, dagli altri Comuni del Gargano, dalla Provincia, dalla Regione Puglia, dalle associazioni e dalle istituzioni che per tre anni sono state impegnate per il raggiungimento di questo obiettivo. Il pronunciamento del Comitato dell’Unesco rende giustizia ad una terra meravigliosa, troppo spesso dipinta soltanto con le tinte fosche dei suoi problemi. Oggi, invece, tutta la Capitanata può essere fiera di essere la sede di una bellezza di caratura mondiale, che ha nella incantevole e mistica basilica di San Michele una perla di inestimabile valore, ogni anno richiamo spirituale per milioni di fedeli».

«Attendevamo con ansia questa notizia – aggiunge l’assessore provinciale alla Cultura e al Turismo, Billa Consiglio – Attorno a questo riconoscimento intendiamo adesso rafforzare e potenziare tutte le azioni utili a valorizzare adeguatamente questo patrimonio, che ha nella sua “serialità” un elemento di unicità non solo regionale ma addirittura nazionale». La candidatura di Monte Sant’Angelo a patrimonio dell’Unesco, infatti, si caratterizza per essere il punto finale della “Via Sacra Longobardorum”, un percorso dislocato su diverse località e città e che comprende centri e luoghi che conservano preziose testimonianze dei Longobardi in Italia, a livello storico-artistico, archeologico, documentario-epigrafico, linguistico e storico-agiografico.

«La forza di questa candidatura – prosegue Consiglio – è stata proprio il poter vantare una particolarità irripetibile. Solo un mese fa “Opera Romana Pellegrinaggi”, all’interno del suo festival internazionale degli itinerari religiosi e dello spirito, ha riservato alla Capitanata una vetrina speciale, arricchita dalla presentazione del progetto dell’Amministrazione provinciale della “Via Francigena del Sud”, elaborato per dare corpo a quel viaggio spirituale che ha nella basilica di San Michele di Monte Sant’Angelo, assieme a San Giovanni Rotondo, una delle mete più suggestive e preziose». Il monumento proposto per la candidatura di Monte Sant’Angelo è stato proprio il complesso santuariale di San Michele, nel quale sono ancora evidenti alcune strutture che, insieme al ricco corpus epigrafico altomedievale, testimoniano la presenza dei Longobardi. La città con il suo santuario costituisce il punto più alto e significativo della storia religiosa dei Longobardi sia del Ducato di Benevento che del Regno di Pavia.

«Per la Capitanata questa è una giornata storica – sottolinea il presidente Pepe – che conferisce al territorio provinciale un rilievo mondiale. Un grazie va dunque al Comune di Monte Sant’Angelo e alla sua comunità, al Dipartimento dell’Università degli Studi di Bari per gli Studi Micaelici classici e cristiani di Monte Sant’Angelo, al comitato dell’Unesco, a tutte le istituzioni e le associazioni che hanno intensamente operato per questa candidatura, al Ministero per i Beni Culturali per averla ufficialmente proposta. Oggi di fronte a noi c’è una sfida esaltante e importante: quella di fare tesoro della sinergia sperimentata con successo attorno a questa vittoria e di costruire, adesso, le ragioni perché il pronunciamento dell’Unesco sia un ulteriore fiore all’occhiello per la valorizzazione della provincia di Foggia. Puntando – conclude Pepe – in modo ancor più convinto sulla promozione delle nostre eccellenze e mettendo in campo una moderna ed autorevole offerta nel settore del turismo religioso, ambientale, culturale, e storico”.

VENDOLA - “E’ con grandissima gioia che apprendiamo la notizia dell’inserimento di Monte Sant’Angelo nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte dell’Unesco”. Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola commentando l’inserimento della città di Monte Sant’Angelo nel patrimonio Unesco. Il Santuario di San Michele Arcangelo entra dunque a far parte, insieme ad altri centri micaelici, del circuito seriale ‘Italia Langobardorum’, della schiera dei più autorevoli Beni Culturali del mondo e cioè la ‘World Heritage List’. “Monte Sant’Angelo è uno dei luoghi più belli dell’intero Mediterraneo – ha aggiunto il Presidente – un angolo di Gargano che è insieme simbolo e sigillo della storia di questa straordinaria terra di Puglia in cui devozione e spiritualità si fondono in una dimensione profonda e coinvolgente. Il riconoscimento giunto da Parigi – ha continuato Vendola – premia un lavoro serio e puntuale svolto per oltre quattro anni a sostegno della candidatura Unesco e celebra il valore del culto di San Michele che, sostenuto da una passione non solo religiosa ma anche profondamente culturale, si respira nell’intero territorio pugliese e che fa parte della nostra identità popolare”.

“Questo straordinario successo – ha concluso Vendola – gratifica peraltro le importanti e attente azioni compiute dalla Regione per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e per il consolidamento del segmento turistico religioso. Da Monte Sant’Angelo deve ora stringersi un’alleanza che pervada l’intero territorio verso un sistema turistico-culturale che offra opportunità di sviluppo e contemporaneamente esalti la ricchezza delle differenze, delle specificità e del fascino di ciascuno dei nostri multipli, bellissimi territori”.

http://www.statoquotidiano.it/26/06/201 ... ale/51646/
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Monte Sant'Angelo di notte

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La Basilica di Monte Sant'Angelo, osservata da una vista particolare,
con la pioggia.
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Valle Ragusa, Bosco Quarto - Monte S. Angelo
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"Monte Sant'Angelo-Gargano" Fg Puglia
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