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L'oasi dei volatili sfuggiti all'estinzione
Specie altrove scomparse qui si riproducono. "Questo parco è un aeroporto intercontinentale dei migratori" Viaggio a Lago Salso tra cicogne gobbi rugginosi e falchi grillai.
di Titti Tummino
Per dirla con i naturalisti del parco nazionale del Gargano, l´oasi di lago Salso è un vero e proprio aeroporto intercontinentale con migliaia di arrivi e di decolli delle più diverse specie avifaunistiche nel periodo delle migrazioni. Il tempo di varcare il cancello della riserva protetta che si stende su 550 ettari fra Margherita di Savoia e Manfredonia ed ecco volteggiare, lento e attento sulle paludi fitte di canne, un falco a caccia di cibo.
Diverso il volo di un esemplare di airone cinerino: lui sembra "di passaggio", veloce, diretto chissà dove, forse verso qualche terra più calda. Ma è un superbo volatile dalle appariscenti piume bianconere a rubare la scena all´airone: non vola alto, né veloce, sembra volersi far ammirare. Giuseppe Albanese, naturalista dell´unico parco nazionale pugliese che ci guida alla scoperta del paradiso naturale, è abituato a questa ed altre scene. «È una delle nostre cicogne bianche - dice - una specie in estinzione in Italia, che qui siamo riusciti a far nidificare grazie a un progetto dell´Ente parco».
La cicogna bianca, il falco grillaio e soprattutto il gobbo rugginoso sono i tre miracoli naturalistici. Solo fino a qualche anno fa il lago Salso era un´area quasi del tutto abbandonata. Poi, nel ´99, la svolta. Il parco nazionale del Gargano decide di recuperare pienamente l´ex riserva di caccia "Daunia Risi", cambia il nome in "Oasi lago Salso", e punta alla valorizzazione integrale dell´area.
E così le paludi sipontine tanto care a Federico II ma per secoli temute e combattute dall´uomo, dal 2000 sono una riserva protetta. Qui, fra gli immensi canneti che si alternano a larghe zone di acque aperte, vivono anatre, spatole, mignattai, gru, cavalieri d´Italia, falchi di palude, varie specie di aironi. Ma soprattutto, con l´istituzione del centro fauna selvatica, si riproducono uccelli ormai in via di estinzione a livello globale e nazionale. Proprio come il falco grillaio, la cicogna bianca e il gobbo rugginoso.
Mentre percorriamo argini e sentieri inaccessibili ai visitatori, si notano pali e torrette sormontati da piccole piattaforme che svettano alte. «Lì in cima, quelle cassette in legno ricoperte di rami sono i nidi delle cicogne bianche - spiega Albanese - Quest´anno hanno nidificato tre coppie, unici casi in tutta Italia, delle quali due rilasciate dopo un periodo di acclimatamento in voliera di due anni, ed una selvatica. Complessivamente hanno svezzato 11 piccoli. E´ un progetto importante e delicato se si considera che in Polonia ci sono circa 50 mila coppie nidificanti, e appena 180 in tutta Italia».
Belle da lasciare senza fiato, le cicogne bianche 60-70 centimetri di altezza, peso intorno ai 3 chili, apertura alare di oltre un metro e trenta, ghiotte di lucertole, cavallette, rane sono però tra gli esemplari più infedeli del mondo animale. «In barba alla leggenda dell´uccello che porta il pargoletto nel fagottino stretto nel becco - racconta Albanese - la realtà è che la femmina della cicogna bianca spesso non attende il ritorno del compagno, migrato verso le calde coste dell´Africa, e si consola con altri maschi».
Mentre, naso all´aria, ci lasciamo incantare dalle cicogne posate tranquille nei nidi, arriviamo alla voliera che ospita i gobbi rugginosi. E qui l´emozione aumenta. Perché queste piccole e simpatiche anatre tuffatrici, tipiche delle piccole paludi costiere e caratterizzate da un magnifico becco color blu elettrico nel periodo della riproduzione, sono un vero miracolo. Estinte in tutto il mondo, ne sopravvivono solo due colonie, una nella penisola iberica, un´altra nell´Europa dell´Est.
Qui a lago Salso lo stagno, protetto da una rete per evitare le incursioni dei rapaci, ne ospita 49, una delle più importanti popolazioni in cattività d´Europa con ottimi risultati riproduttivi. E´ ora di pranzo e i gobbi rugginosi riconoscono il richiamo del loro custode: si avvicinano in gruppo alla sponda, si tuffano sott´acqua, sbattono le ali. C´è un gran movimento nello stagno.
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